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coppia condannata

Madre in carcere affida la figlia agli zii, bimba salvata dai maltrattamenti

In foto: l'ingresso del tribunale di Rimini
l'ingresso del tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 16 gen 2023 17:26 ~ ultimo agg. 17 gen 14:52
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La madre era stata arrestata e condotta in carcere, mentre il patrigno aveva affidato la figlia della donna, di tre anni e mezzo, al fratello di lei e a sua moglie. Erano loro, moglie e marito, rispettivamente di 30 e 28 anni, residenti a Riccione, che avrebbero dovuto prendersi cura della nipotina. Che a fine 2019 fu scaricata come un pacco davanti al cancello della loro abitazione.

Invece i coniugi hanno sottoposto la bimba a una serie di maltrattamenti fisici e psicologici oltre che di privazioni. E’ quanto emerso dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani e condotte dai carabinieri di Riccione, che su segnalazione di una coppia di conoscenti dei coniugi sono intervenuti nell’abitazione. Quel giorno la bambina si era nascosta sotto il letto. Era impaurita, con il volto pieno di escoriazioni ed ecchimosi.

Grazie ad una serie di testimonianze di persone vicine ai coniugi, è stato possibile ricostruire i maltrattamenti subiti dalla piccola, che veniva lasciata senza cibo e in pessime condizioni igieniche. Gli zii l’avrebbero persino rapata a zero e in più di un’occasione percossa. “Quando mi prendono i cinque minuti mi sfogo su di lei”, avrebbe raccontato la 30enne ad un’amica. I maltrattamenti sarebbero iniziati quando il patrigno aveva smesso di inviare alla coppia i soldi per il mantenimento della bambina.

Questa mattina, in tribunale a Rimini, si è svolto il processo con rito abbreviato davanti al gup Manuel Bianchi, che ha riconosciuto la coppia colpevole. Il pm Ercolani aveva chiesto cinque anni di reclusione per i coniugi e tre per un’amica che li avrebbe coperti. Al termine dell’udienza il giudice ha condannato moglie e marito, gli zii della bimba: 3 anni e 6 mesi per lei, 2 anni e 3 mesi lui. Assolta, invece, per non aver commesso il fatto l’amica coinvolta nei maltrattamenti. La bambina, dopo l’intervento dei carabinieri, era stato collocata in una struttura protetta.