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Le bufale sulle farine di insetti

di Stefano Rossini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 30 gen 2023 16:24 ~ ultimo agg. 6 feb 10:06
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Il via libera alla commercializzazione delle farine a base di insetti da parte della UE lo scorso 26 gennaio ha subito scatenato sui social e non solo la caccia alle streghe europee. Tanti i commenti che vanno dalla richiesta più o meno formale di abbandonare l’unione, fino agli allarmi di chi invita a prendere precauzioni per difendersi da questo attacco alla nostra cultura – come ad esempio imparare i nomi latini degli insetti che secondo alcuni saranno nascosti come ingredienti tra le farine di grano.

Il timore principale è quello che l’Europa costringa i cittadini dei paesi che ne fanno parte a mangiare questi prodotti camuffandoli con etichette poco chiare, oppure omettendo che certi prodotti li contengono, o addirittura – queste le tesi più estreme – vietando pian piano gli altri tipi di farine, in modo da lasciare solo quelle a base di insetti.

Se da un lato è comprensibile un certo timore da parte dei consumatori, spesso motivato anche da una scarsa o insufficiente comunicazione degli enti preposti, dall’altra, il fatto che molti politici gettino benzina sulle polemiche e diano diffusione a notizie che poi si rivelano false non è un bel segnale per la costruzione di un futuro comunitario.

Perché sì, queste dicerie sono false.

L’etichetta

Partiamo proprio dalla principale: l’etichetta. In tutti questi prodotti a base di insetti saranno specificati origine, allergeni e altre informazioni. 

L’International Platform of Insects as Food and Feed, una organizzazione No profit dell’UE ha diffuso le linee guida per etichettare al meglio questi prodotti, in modo da rassicurare e informare il consumatore. Ad esempio non sarà possibile associare immagini esotiche alle farine di insetti, dovrà essere fornita la lista completa dei nomi di tutti gli ingredienti, i paesi di orgine, gli allergeni, citando la percentuale di insetti contenuta nel prodotto – a meno che sia l’unico ingrediente.

Per il fatto poi che gli insetti, così come i crostacei e altri prodotti, possono causare allergie, non sarà assolutamente possibile non segnalare chiaro nell’etichetta la loro presenza all’interno del prodotto, proprio per evitare reazioni allergiche nei soggetti predisposti. Ricordiamoci sempre che dietro queste scelte ci sono anche motivi legali: se una persona allergica dovesse avere una reazione ad un prodotto non bene segnalato su una confezione potrebbe fare causa per chiedere i danni e il risarcimento. Cause del genere hanno – ed è giusto così – un effetto devastante sulle aziende del settore, che preferiscono evitare il problema a monte.

La segnalazione chiara, quindi, renderà possibile fare una scelta ben precisa tra chi ha interesse a provare questi nuovi prodotti e chi invece non ne vuole sentire parlare. 

Insetti e sostenibilità

Ci si potrebbe chiedere a questo punto per quale motivo l’Europa abbia portato avanti una scelta del genere.

Principalmente per motivi di sostenibilità ambientale. Nell’allevamento degli insetti, l’uso del suolo, dell’impronta idrica ed emissioni di gas serra si riduce del 40-60% rispetto alla produzione dei mangimi tradizionali. Senza contare che non solo gli insetti sono parte della dieta dell’uomo dall’alba dei tempi, ma per una fetta importante della popolazione, lo sono ancora oggi.

Secondo gli studi poi, gli insetti hanno un buon profilo nutrizionale e migliorano il livello di trigligeridi e colestorolo. 

Ma al di là di questi aspetti, comunque con il cibo si entra nella sfera del gusto e delle preferenze personali, possiamo guardare la scelta dell’Europa anche dal punto di vista della costruzione di una diversa sensibilità nei confronti del futuro, al momento sovrappopolato e poco sostenibile.

Bufale

Perché comunque, è meglio ribadirlo, la scelta dell’utilizzo di questi prodotti rimane sempre a carico del consumatore. Nessuno costringerà nessuno a mangiarli, né ci saranno inganni o azioni subdole per inserire la farina di insetti di nascosto nella nostra pasta o pane.

Questa è una bufala, (fonte: https://www.butac.it/aketa-domesticus-e-le-nostre-farine/)

Questa, che al momento su facebook ha più di 1245 condivisioni, è una notizia imprecisa che gioca sul sensazionalismo.

Ma poi è vero che non mangiamo gli insetti?

Anche i più fieri avversari degli insetti si mettano però l’anima in pace, perché ogni anno ne mangiamo circa 500 grammi che finiscono nella farina e negli sfarinati durante la lavorazione; oltre all’uso del colorante E120, realizzato con la cocciniglia, un insetto che usa la colorazione per difendersi in natura.

Certo, è normale avere una certa ritrosia nei confronti degli insetti, è una reazione normale della nostra mente con cui non è facile fare i conti e venire a patti, per quanto siamo meno recalcitranti nei confronti dei loro cugini marini, come gamberi, aragoste e crostacei.

Ma se da un lato la nostra dieta è completa e al momento non abbiamo bisogno di mangiare insetti, è vero che il loro consumo potrebbe essere una delle soluzioni allo sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta. E’ una scelta in più.

Nessun obbligo, insomma, ma potremmo provare a combattere i nostri preconcetti.