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Sul palco del San Martino d’Oro le emozioni di Centro21 e Valentina Cenni

@Daniele Casalboni

Il bacio di Valentina Cenni e Stefano Bollani, seduti al pianoforte, sulle ultime note di Romagna Mia. I ragazzi del Centro 21 che danzano mentre l’orchestra Casadei suona “Vorrei incontrarti tra cent’anni”.  Mirko Casadei che fa ondeggiare le mani degli oltre mille del Palazzo dei Congressi al ritmo di “Ciao Mare”. Ron che con la chitarra in mano racconta di quando, insieme a Lucio Dalla, su un traghetto in mezzo al mare, ha composto “Piazza Grande”. Una serata trasmessa in diretta su Icaro TV

La seconda edizione  del Premio San Martino d’Oro è un monumento alle emozioni. Le parole per mettere a sintesi tutto le trova Mirko Casadei, prendendole in prestito dal capolavoro di Ron che dà il titolo alla serata, “Riccione è un faro che brilla”, luce di una comunità che lunedì 12 dicembre ha partecipato all’evento che ha assegnato all’associazione Centro 21 e la cooperativa Cuore 21 premiate con il San Martino d’oro e Valentina Cenni a cui è andato il San Martino d’oro come ambasciatrice nel mondo.

Nipote di due sindaci (Biagio Cenni e Dante Tosi), Valentina sul palcoscenico ci sta con naturalezza. Spontanea, solare, divertente. Scorrono le immagini di lei al parco della Resistenza (una felice intuizione del nonno Biagio) e Valentina, premiata dalla vicesindaca Sandra Villa,  gioca a fare “le prove per il primo Oscar”. L’elenco dei ringraziamenti è lunghissimo e comprende tutti i componenti della sua famiglia, dai nonni sindaci alla nipotina Dora. Lei si autocandida a cantare una canzone ma chiede se in sala ci sia per caso un pianista. In effetti c’è e si mette al pianoforte insieme a lei: è il marito Stefano Bollani. Insieme cantano una versione delicata di Romagna Mia.

Il momento della premiazione di Centro 21 è la rappresentazione su un palcoscenico di cosa significhi fino in fondo la parola resilienza. Ci sono i lunghi applausi e i momenti di commozione dedicati a chi ha perso la vita nella tragedia del sette ottobre ma c’è soprattutto uno sguardo rivolto al futuro, nella convinzione che “il nostro cuore – le parole sono di Luca – continuerà a battere per loro, per noi e per il nostro futuro”. “Siete bellezza, siete contaminazione, siete esempio e date tantissimo alla nostra città”, dice la sindaca Daniela Angelini, premiando la presidente di Centro 21 Cristina Codicè. Per la prima volta dopo l’incidente, i ragazzi tornano a ballare su un palcoscenico guidati dalle coreografe Eleonora Gennari e Valeria Fiorini sulle note di “Vorrei incontrarti tra cent’anni”. Dal palco la presidente lancia anche un appello: “abbiamo grandi progetti e ci servono spazi“. “Noi ci saremo” la risposta della sindaca.

Siamo vivacità, siamo accoglienza, siamo Riccione, la città che con questo premio riconosce chi siamo”, dice Beatrice. Sul palco sale anche Ron, che insieme a Mirko Casadei (che ricorda il “mio amico Massimo Pironi”), aveva promesso di tornare a Riccione in segno di omaggio alle vittime.

Intervistati da Simona Mulazzani i due artisti Ron e Casadei raccontano ciò che li lega a Riccione: Ron parte dai suoi sedici anni (lui è del 1953), dai primi concerti nei locali di Riccione, da “Il gigante e la bambina”. “Come vorrei trovare Riccione tra cent’anni? Poco diversa. Vorrei ritrovare il pesce eccezionale che ho mangiato questa sera. Sembra banale, non credo sia scontato. Vorrei che i romagnoli potessero essere esportabili. Siete colti di vita”. Mirko Casadei parte con un inno all’accoglienza e all’integrazione (Ad chi sit è fiol? – Di chi sei il figlio?) per poi spaziare tra i grandi successi del repertorio di famiglia. Sul palco arriva anche Ron e insieme cantano “Romagna Capitale” e “Romagna mia”, alternandole con “Piazza Grande”. Infine sul palco ci resta soltanto Rosalino Cellamare con la sua voce che sembra tradirlo quando parla (si scusa più volte degli abbassamenti improvvisi) ma che lo sostiene quando propone il suo repertorio tra pianoforte e chitarra.