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Il ladro delle lavanderie respinge le accuse: “Non volevo rubare, ma lavare i vestiti”

la Volante della polizia davanti al tribunale di Rimini

E’ comparso questa mattina in tribunale a Rimini per essere processato per direttissima, il ladro delle lavanderie a gettoni di Rimini, arrestato in flagranza dalla Squadra Mobile all’alba di mercoledì mentre tentava di scassinare l’ennesima gettoniera dell’attività self-service di via della Fiera. Accompagnato dalla sua avvocatessa, Ninfa Renzini, il 32enne riminese ha fornito al giudice la sue versione dei fatti. “Volevo solo lavare i vestiti ma non avevo i soldi”, questa in sintesi la spiegazione data. E sullo zainetto con all’interno attrezzi da scasso come tenaglie, scalpelli, lime e cacciaviti, ha detto: “Ogni tanto faccio dei piccoli lavoretti di bricolage e porto sempre con me gli attrezzi da lavoro”.

Il 32enne è sospettato di aver messo a segno altri 14 furti (tutti o quasi a volto scoperto) in altrettante lavanderie self-service di Rimini, da Viserba a Miramare, nell’ultimo mese. Lauti i guadagni: secondo gli investigatori, almeno 150-200 euro a furto. Lui, però, nega i precedenti colpi, dicendo di non riconoscersi nei filmati delle telecamere di videosorveglianza che lo hanno immortalato.

Il suo legale ha chiesto i termini a difesa e il processo è stato aggiornato al 12 gennaio. Nel frattempo il giudice gli ha imposto l’obbligo di firma quotidiano, l’obbligo di dimora a Rimini e il divieto di uscire di casa dalle 21 alle 7.

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