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Reddito cittadinanza: 39mila domande in E/R nel 2022. La Regione: non eliminarlo

In foto: la sede dell'assemblea legislativa regionale
 la sede dell'assemblea legislativa regionale
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 15 nov 2022 13:16
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Allarma la povertà in Emilia-Romagna. L’indicatore del reddito di cittadinanza mostra che in regione nel 2020 le richieste sono state 52.000, nel 2021 45.000 e nel 2022 sono per ora arrivate a 39.000, per un importo mensile medio di 494 euro. Il 60% delle risorse va al 70% di italiani e quindi “non è una misura che aiuta prevalentemente cittadini stranieri, che comunque sono persone che pagano le tasse qua“. In ogni caso, “sarebbe un errore clamoroso eliminare il reddito di cittadinanza“. Lo segnala l’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi, parlandone in commissione (e rispondendo all’opposizione di centrodestra). In questo quadro, sfiora i 137 milioni di euro il budget del piano della Regione Emilia-Romagna per il contrasto alle povertà nel triennio 2022-2024. Questa mattina il documento è stato illustrato in commissione Politiche per la salute, in vista di proseguire il suo iter con l’esame dell’Assemblea legislativa, e nel pacchetto 89,4 milioni sono fondi nazionali, 34,3 derivano dal Pnrr e gli altri 13,2 milioni sono finanziamenti del Fondo sociale europeo (Fse plus). “I dati e i numeri sulla povertà che riguardano la nostra regione– commenta Taruffi- sono preoccupanti. Per questo motivo è necessario fare ogni sforzo e attivare ogni strumento per aiutare chi fa più fatica. Col piano regionale contro la povertà elaboriamo un approccio sistemico per continuare a cucire reti di protezione sociale, coltivando uno stretto raccordo con enti locali e Terzo settore“. Il nuovo piano regionale, che segue quello del precedente triennio, dà attuazione al piano nazionale povertà 2021-2023, che ha introdotto novità nell’ambito dei livelli essenziali delle prestazioni (Leps) e, in particolare, negli interventi a favore della povertà estrema, attraverso una programmazione che intreccia i fondi nazionali con quelli comunitari. Tra le novità della programmazione nazionale, ci sono il potenziamento del servizio sociale professionale così come l’inserimento tra i Leps del Pronto intervento sociale e del Servizio di supporto e accompagnamento delle persone senza dimora all’iscrizione anagrafica.

Per Daniele Marchetti (Lega) “nel contenuto del documento anche aspetti ideologici, buona parte di queste risorse finiscono nelle tasche di cittadini stranieri, c’è uno sbilanciamento eccessivo”. Sul reddito di cittadinanza ha poi riferito che “a fronte di un 5,3 per cento di famiglie sotto la soglia di povertà solo un 4 per cento ne usufruisce, un’anomalia”.

È fondamentale sostenere i redditi bassi, anche in Emilia-Romagna tanti casi, servono lavori stabili e più remunerativi”, ha rimarcato Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa). Ha poi spiegato in risposta alla Lega che “una società accogliente deve prendere in carico tutta la popolazione residente”.

Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha parlato di “un piano importante ma con un difetto, parte da linea guida nazionali che però sono in evoluzione, il reddito di cittadinanza verrà rivisto, servono valutazioni adeguate, l’obiettivo deve essere quello di creare nuovo lavoro”.

Per Francesca Maletti (Pd) “questo piano è molto importante, siamo comunque consapevoli dei limiti del reddito di cittadinanza, in particolare rispetto alle politiche attive del lavoro, tutte queste persone entro fine anno verranno profilate con l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa, valorizzandone le capacità”.

Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ha riferito che “c’è un incremento del 25 per cento di persone che si rivolgono alla Caritas, servono quindi misure come questa”. Sul reddito di cittadinanza anche lei ha riferito che “è uno strumento con limiti, ma non va abolito, chi è nella disperazione ha bisogno di sostegno, mentre chi può lavorare deve essere affiancato”.

La stessa presidente di commissione Ottavia Soncini, nel sottolineare che nel mondo ci sono un miliardo di poveri, ha spiegato l’importanza di potenziare il servizio sociale professionale, “la nostra regione fa già tanto (in regione già uno su 3.750)”, così come è importante il tema del recupero alimentare, oltre a quello della povertà minorile ed educativa, anche la questione delle persone senza fissa dimora.