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a rimini

Quaranta chili di marijuana stipati in un capannone, due arresti della Mobile

In foto: la droga sequestrata
la droga sequestrata
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 22 nov 2022 17:29 ~ ultimo agg. 23 nov 07:48
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Maxi sequestro della Squadra mobile di Rimini, diretta dal vice questore aggiunto Dario Virgili, che nella giornata di lunedì ha scovato all’interno di un capannone un ingente carico di marijuana. Arrestati due uomini di 46 e 60 anni di origini campane, ritenuti rispettivamente il proprietario e il custode dello stupefacente.

Tutto è partito da un controllo stradale a carico del 46enne, ritenuto dedito alla attività di spaccio. Gli agenti, dopo una serie di pedinamenti e appostamenti, hanno prima individuato l’abitazione (nella prima periferia riminese) in cui era solito recarsi per prelevare la droga e poi lo hanno fermato in via del Crocifisso insieme ad un acquirente. Nel bagagliaio della sua auto erano nascosti cinque involucri sottovuoto contenenti cinque chili di marijuana.

Nel frattempo gli uomini della Mobile hanno effettuato un blitz all’interno dell’abitazione in zona Padulli, di proprietà del 60enne, nella quale si era recato il 46enne. I controlli si sono concentrati in particolare sul capannone sul retro della casa. Al termine di una perquisizione certosina gli investigatori hanno individuato un vano a scomparsa dove era stato nascosto l’ingente carico di stupefacente, del peso di circa 35 chili. Un altro chilo di hashish è stato invece rinvenuto nell’abitazione.

Spostando alcuni listelli in legno che ricoprivano la parete ad angolo sulla sinistra, posti dietro ad alcune scaffalature, i poliziotti hanno notato un sottilissimo spiraglio. Sgomberate e smontate le scaffalature, hanno
forzato la parete che risultava essere una porta chiusa con dei chiavistelli dall’interno. Una volta aperta, all’interno del nascondiglio, ecco la sostanza stupefacente.

Il proprietario inizialmente è caduto dalle nuvole, ma ha poi ammesso di essere a conoscenza del nascondiglio, che avrebbe fatto costruire da alcuni operai che lavoravano per lui. Era però convinto, ha spiegato, che fosse usato dal 46enne per occultare sigarette di contrabbando e non droga. Al termine dell’operazione i due campani sono stati arrestati. Giovedì è stato fissato in tribunale l’interrogatorio di convalida davanti al gip.