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Più istruite ma meno pagate e c’è anche il problema sicurezza

la conferenza stampa

Le donne sono più istruite ma guadagnano meno degli uomini. E’ uno degli aspetti che emerge dall’osservatorio di genere della provincia di Rimini. Uno strumento importante per leggere il territorio, che torna dopo 10 anni di assenza. E’ stato presentato proprio oggi.

Le donne rappresentano il 51,6% della popolazione della provincia di Rimini (sono 176.310) ma negli ultimi anni nascono più maschi tanto che nelle fasce più giovani la componente femminile è minoritaria.

La loro longevità (85,4 anni in media) consente però di ribaltare la situazione nelle classi più alte. Il 92% dei centenari in provincia infatti è di sesso femminile.

Sono quasi 31mila le donne che vivono sole e oltre 51% è over 65. L’età media del parto è di 32,5 anni (un anno e mezzo in più rispetto al 2002) ma preoccupa il dato della natalità: appena 1,12 figli per donna (il numero più basso dal 2002 e peggiore di quello nazionale e regionale).

In crescita la componente straniera: sono 16.305 le residenti in provincia che provengono in maggioranza da Ucraina, Romania e Albania.

Nota dolente, il lavoro dove il gap di genere resta fin troppo marcato con le donne che entrano più tardi nel mercato del lavoro e ne escono prima.

Tra dirigenti e quadri le donne rappresentano appena l’1% del totale provinciale e con un gap di stipendio di oltre 17mila euro tra femmine e maschi. E l’impatto del covid ha peggiorato la situazione. A livello di istruzione invece le donne che ottengono la laurea (o oltre) sono più degli uomini (16% contro 12%). Le imprese femminili sono invece 7.578, pari al 21,8% delle imprese totali.

Altra criticità, la sicurezza: nel 2021 il numero di emergenza 1522 ha ricevuto 138 chiamate dal riminese con 78 vittime. Mentre il tasso di delittuosità per violenze sessuali è di 11 ogni 100mila abitanti (superiore a quello regionale e nazionale).