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i dettagli dell'operazione

Appartamento per la prostituzione affittato a 3mila euro al mese. Nove indagati

In foto: i sigilli all'appartamento dove si consumava la prostituzione (foto Newsrimini)
i sigilli all'appartamento dove si consumava la prostituzione (foto Newsrimini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 15 nov 2022 18:40 ~ ultimo agg. 16 nov 13:32
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Le accuse a vario titolo vanno dal favoreggiamento, all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione fino allo spaccio di sostanze stupefacenti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono nove le persone indagate dalla Procura di Rimini, otto delle quali raggiunte da un provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli. Per quattro di loro è scattato l’obbligo di presentazione quotidiana in caserma, mentre per altre quattro (due rumeni, un marocchino e un tunisino) il divieto di dimora in provincia di Rimini.

Le indagini dei carabinieri della Stazione di Miramare sono partite nel febbraio del 2021, quando alcuni residenti di un condominio di viale Regina Margherita, a Miramare, hanno segnalato alle forze dell’ordine un continuo viavai di prostitute e uomini di tutte le età – soprattutto in orario serale – da uno degli appartamenti del palazzo, risultato essere di proprietà di una donna russa di 44 anni, residente nel Riminese. Secondo gli inquirenti era proprio lei, grazie anche alla mediazione di un amico, un professionista riminese di 68 anni, a favorire e sfruttare la prostituzione di ragazze e transessuali. Della parte relativa alla locazione se ne occupava la 44enne, mentre la movimentazione delle ragazze e dei transessuali, con relativo trasferimento e accompagnamento in appartamento, era compito del professionista. L’affitto del bilocale avrebbe permesso ai due di guadagnare fino a 3mila euro al mese.

Tra gli indagati figura anche una coppia di albergatori (marito e moglie, lui 46enne, lei 38enne, difesi dall’avvocato Massimiliano Orrù) ritenuti responsabili di favoreggiamento, perché avrebbero tollerato l’abituale presenza di ragazze che si prostituivano nelle stanze del loro hotel di viale Biella a Rivazzurra. Ragazze che venivano inviate nella struttura sempre dal professionista riminese. Con l’arrivo della stagione estiva, però, l’albergatore era costretto ad allontanare le ragazze, perché l’andirivieni di clienti poteva essere notato dagli ospiti della struttura, per lo più famiglie e gruppi di anziani, come si evince da un’intercettazione telefonica intercorsa con il professionista: “E’ una tipa che lavora tanto… Capito???… vanno, vengono… vanno e vengono”.

Con appostamenti e intercettazioni telefoniche, i carabinieri di Miramare, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, hanno smascherato nell’ambito del giro di prostituzione anche uno spaccio di sostanze stupefacenti. Una quarantina le cessioni di hashish e cocaina documentate dai militari durante gli incontri tra clienti e prostitute. Che in alcuni casi sarebbero state anche minacciate e picchiate dai loro rispettivi compagni (due uomini di nazionalità rumena) affinché non interrompessero la redditizia attività.

Alla 44enne russa e all’amico mediatore 68enne (assistiti sempre dall’avvocato Orrù) viene contestato anche il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso. Infatti, come si evince dall’ordinanza, hanno dato alloggio nell’appartamento di viale Regina Margherita a un marocchino di 36 anni senza permesso di soggiorno, dal quale avrebbero preteso un canone mensile di 1.200 euro (senza regolare contratto di locazione). Davanti alle difficoltà economiche dell’uomo a rispettare gli impegni presi, lo avrebbero costretto dopo pochi mesi a lasciare l’appartamento, che questa mattina (martedì) è stato sottoposto dai carabinieri a sequestro preventivo. Come scrive il gip nell’ordinanza, “emerge un impiego illecito stabile, non occasionale, ma reiterato nel tempo e prevedibilmente destinato a protrarsi in futuro (visti i lauti guadagni)”.