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l'operazione Calypso

Società e hotel per ripulire denaro. Magrini: i riminesi aspettano i 900mila euro sottratti

In foto: un'auto sequestrata nell'operazione
un'auto sequestrata nell'operazione
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 27 ott 2022 13:27 ~ ultimo agg. 13:31
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Nei giorni scorsi il Gip del Tribunale di Rimini ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di alcuni dei protagonisti dell’inchiesta Calypso portata a termine nel 2019 dalla Guardia della Finanza e dalla Procura di Rimini (vedi notizia), in particolare cinque persone che si sono avvalse del rito abbreviato per ottenere uno sconto di pena.  L’indagine aveva portato all’emersione di un maxi raggiro condotto da un imprenditore del settore alberghiero e dalla sua famiglia ai danni del Fisco e, tra gli altri, del Comune di Rimini.

“La vicenda è complessa – ricorda l’assessore alle attività economiche e al bilancio Juri Magrini – così come il sistema che secondo quanto accertato dagli organi competenti è stato messo in piedi: un meccanismo di raggiro che stando all’accusa ha portato i soggetti coinvolti ad accumulare ricchezze per circa 14 milioni di euro attraverso l’impiego di denaro o beni di provenienza illecita attraverso la costituzione di svariate nuove società che duravano il tempo di una stagione, e che servivano per gestire alcune strutture alberghiere del territorio. Società che ‘svanivano’, senza versare tasse, contributi, bollette”.

Per questa ragione il Comune di Rimini si è costituito parte civile nella causa fallimentare, rivendicando mancati incassi da Tari pari a circa 900mila euro. “Novecentomila euro indebitamente sottratti alla comunità – spiega Magrini – che sono un’offesa a chi regolarmente versa imposte e tasse e che sono ancor più uno schiaffo in questo periodo storico. Risorse che sarebbero potute servire ad esempio al Comune per aumentare il fondo a sostegno delle imprese alle prese con bollette stellari. O ancora, ad ampliare gli aiuti e i contributi per il diritto allo studio”.

Magrini auspica che la vicenda possa portare a un salto di qualità nella prevenzione di questo tipo di rischi: “Nel ringraziare forze dell’ordine e inquirenti per l’attenzione, per il grande lavoro condotto e per i risultati ottenuti, mi corre l’obbligo di evidenziare come situazioni come questa siano il frutto oltre che dell’atteggiamento criminale di chi le compie, anche di alcune lacune di un sistema legato all’apertura delle nuove società che se da una parte rende più flessibile il mercato dall’altra favorisce o comunque non ostacola questo genere di illegalità, soprattutto per quanto riguarda il comparto alberghiero. Una situazione che come territorio abbiamo la necessità di affrontare: l’auspicio e la richiesta è che si possano creare dei tavoli operativi, attorno al quale far sedere tutti i soggetti – forze dell’ordine, ispettorato del lavoro, in generale gli organi di controllo e gli enti locali – con lo scopo di tenere alto il monitoraggio allo scopo di prevenire queste forme di irregolarità e soprattutto di intervenire in maniera tempestiva a contrasto di chi si fa beffe della legge a discapito dell’offerta turistica, dell’imprenditoria sana del territorio e non da ultimo delle risorse della comunità”.