alla chiesa di Sant'Agostino
Il "Trono di Verucchio" per 12 famiglie verucchiesi che hanno accolto gli ucraini
In foto: le famiglie premiate con la sindaca
di Redazione
lettura: 2 minuti
dom 16 ott 2022 10:29
Il “Trono di Verucchio 2022”, il quarto dopo quelli consegnati nel 2019 al musicista-compositore Federico Mecozzi, nel 2020 all’Asp Valloni Marecchia e nel 2021 alla giovane tennista Lucia Bronzetti, è andato quest’anno alle famiglie che hanno dato ospitalità ai profughi ucraini in fuga dalla guerra e dall’invasione russa, costringendoli a cercare scampo all’estero, anche nel nostro comune.
Il trono di Verucchio è il premio con il quale ogni anno, dal 2019, viene insignito un cittadino, un ente, un’istituzione particolarmente meritevole dando lustro con la propria opera, all’intero paese ed alla sua comunità.
La premiazione si è svolta all’interno della Festa della Storia, nella quale si celebrano i protagonisti della storia verucchiese, in un ponte ideale fra chi è stato protagonista del passato e chi lo è dei giorni nostri. In questo 2022 segnato purtroppo dal ritorno della guerra nel cuore dell’Europa, l’amministrazione ha insignito le 12 famiglie che hanno ospitato fra le mura domestiche i profughi ucraini o messo a disposizione un’abitazione e degli spazi: nella delicatissima fase emergenziale la nostra comunità ha risposto prontamente, ha mostrato ancora una volta grande spirito solidale e capacità di stringersi compatta di fronte ai bisogni del mondo dando rifugio ad oltre 40 persone, più della metà sono bambini e donne, 1 solo uomo. Oltre a 2 bimbi nati qui in questi mesi di ospitalità. Senza l’aiuto, la disponibilità e generosità di queste famiglie, non sarebbe stato possibile affrontare l’emergenza e organizzare la disponibilità per i profughi.
Questa la motivazione declamata dalla sindaca Stefania Sabba prima di procedere alla consegna del premio, coadiuvata dai consiglieri Alberto Tonni e Paolo Masini e dalla vicesindaca Sabrina Cenni.
Ringraziamenti e profonda stima per queste famiglie e per i numerosi volontari (anch’essi in gran parte presenti alla cerimonia) che le hanno supportate ed affiancate nell’obiettivo di dare risposta ai numerosi e differenti bisogni dei profughi ucraini.
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