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i sigilli delle fiamme gialle

Il patrimonio da capogiro dell'imprenditore edile finisce sotto sequestro

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 20 ott 2022 19:42 ~ ultimo agg. 21 ott 14:53
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1Nei confronti di un imprenditore di impianti eolici e fotovoltaici, poi convertitosi al settore edile, con alcune imprese nel Riminese, è scattato il sequestro a scopo di confisca di tutto ciò che è nella sua disponibilità. Sigilli, quindi,  a 9 fabbricati, 40 terreni, quote societarie, contanti e beni aziendali, per un valore tra i 10 e i 12 milioni di euro. Il provvedimento del Tribunale di Bologna, sezione misure di prevenzione, è stato eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Rimini, su proposta della Procura della Repubblica di Rimini.

L’imprenditore, 64 anni, originario di Crotone ma da anni trasferitosi a Rimini dove vive con moglie e figli, negli anni ha accumulato un debito con l’Erario stimato in oltre 14 milioni di euro, di cui 2 milioni e 700mila euro definitivamente accertati e 12 ancora in corso d’accertamento.

Secondo le indagini dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, l’imprenditore deve la sua fortuna ad una serie di illeciti commessi negli anni. Diversi gli episodi di bancarotta fraudolenta che dal 1999 ad oggi lo hanno visto coinvolto e, in alcuni casi, condannato. Nel suo passato figurerebbe anche il coinvolgimento in una vecchia indagine della Dda di Bologna sulla ‘ndrangheta. Tra le motivazioni che hanno portato al maxi sequestro, “la palese sproporzione tra i redditi dichiarati e le manifestazioni di ricchezza sue e del suo nucleo familiare”.

Il Tribunale di Bologna, inoltre, ha disposto per l’imprenditore la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l’obbligo di soggiorno per un anno. “Il mio cliente fu solo sfiorato da quell’inchiesta della Dda e alla fine non fu mai accusato di alcunché – ha spiegato il difensore dell’imprenditore, l’avvocato Piero Venturi -. Per quanto riguarda gli altri processi prendenti siamo ancora in una fase non definitiva. E’ chiaro che misure così severe, come quelle imposte dal Tribunale di Bologna, mettono in ginocchio le imprese del mio assistito. Ad ogni modo – conclude il legale – presenteremo ricorso contro la misura di prevenzione patrimoniale”.