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Osservatorio federalberghi

Com'è andata l'estate a Riccione: per gli albergatori bene, ma dati implacabili

In foto: la presentazione alla stampa
la presentazione alla stampa
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 26 ott 2022 16:19 ~ ultimo agg. 27 ott 07:07
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Sembra essere andata bene, invece non è così. Potrebbe essere la sintesi del prospetto emerso dall‘osservatorio turistico Luigino Montanari che da anni a Riccione analizza la stagione estiva con interviste “a caldo” agli albergatori e valutazione dei dati regionali sul turismo. Da quest’anno gode anche della collaborazione dell’Università di Bologna. I dati sono stati presentati nel pomeriggio di mercoledì 26 ottobre, durante l’assemblea di Federalberghi Riccione e anticipati in mattinata alla stampa.

La percezione dei gestori è buona, in alcuni casi ottima, ma presenze e pernottamenti dicono il contrario: sono in netto calo rispetto al 2019, l’anno di confronto pre covid. Situazione salvata in molti casi dal rialzo dei prezzi che gli hotel hanno deciso di applicare.

I 117 gestori intervistati, circa un 30% del totale, alla domanda “com’è andata l’estate?” hanno risposto per l‘82% meglio o uguale allo scorso anno. Per il 76% il fatturato è in crescita o invariato, ma il tasto dolente arriva alla domanda sul guadagno: diminuito nel 56% dei casi. Gli arrivi nel 2022 hanno sfiorato quota 600mila, quasi il 10% in meno del 2019, -12% addirittura se si considerano i pernottamenti. Situazione più rosea per l’extra-alberghiero: camping, case in affitto b&b, che rappresentano il 22% delle presenze. Hanno visto un significativo segno positivo: +25%.

A Riccione vengono soprattutto famiglie con bambini e coppie. Perdono quota i mercati di prossimità con cali per Lombardia e Veneto mentre tornano a crescere i turisti provenienti da Germania, Austria e Svizzera.

Negli ultimi anni è cambiata anche l’offerta di molte strutture, cambiamento spesso legato alle difficoltà nella gestione del personale, in particolare di cucina, all’aumento dei costi e alla crisi covid. Su 117 hotel, dal 2019, 12 hanno deciso di chiudere le cucine interne, 19 hanno abbandonato la pensione completa.

Tra le maggior criticità affrontate nel 2022 c’è proprio quello di reperire personale qualificato. Carenza a cui gli albergatori riccionesi hanno risposto rimboccandosi in prima persona le maniche e, spesso, impiegando in modo massiccio i familiari. Difficoltà notevoli anche sul fronte della raccolta rifiuti, con un gestore che non risponde alle aspettative dei gestori. I problemi di ordine pubblico e i divieti di balneazione, che hanno riempito per giorni media tradizionali e social, hanno fatto una pessima pubblicità a Riccione con diverse disdette e un’ombra sul brand che pesa non poco.

Al di là dei diversi punti critici l’albergatore riccionese resta propenso a riqualificare l’hotel (il 52%, anche se la percentuale negli anni scorsi era più alta) migliorando camere, facciate a impianti energetici. Dagli albergatori arrivano anche richieste alla politica perché metta mano alle grandi opere attese, dal porto a viale Ceccarini, dia una spinta al rilancio del termale e acceleri per una città sempre più sostenibile. Un dato su tutti: crescono del 30% sul 19 i passeggeri che arrivano a Riccione in treno, grazie al progetto “In treno gratis”. Un’offerta che, ad esempio, ha visto aumentare in modo significativo i turisti provenienti da Bolzano. E chi arriva in modo sostenibile si aspetta una città sempre più green.