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protesta davanti all'hotel

Lavoratrici ucraine: "Noi sottopagate". La replica dell'albergatore: "Tutto falso"

In foto: Le lavoratrici insieme ai sindacati
Le lavoratrici insieme ai sindacati
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 26 set 2022 19:28 ~ ultimo agg. 27 set 13:06
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Mesi fa sono fuggite dalla guerra e, insieme ai loro bambini, hanno trovato ospitalità in una delle diverse strutture ricettive della Riviera che hanno dato loro vitto e alloggio. Un esempio di accoglienza che, a loro dire, si è trasformato in un tranello. Infatti, quello stesso albergatore che le aveva accolte e poi offerto anche un lavoro come cameriera o aiuto cuoca, le avrebbe sfruttate pagandole una miseria. E’ questa l’accusa che cinque lavoratrici, di cui due ucraine, hanno mosso all’indirizzo del gestore dell’hotel Brenta di Viserbella.

“Ho lavorato al Brenta anche per 13 ore di fila con diverse mansioni, cameriera ai piani ma anche aiuto cuocaracconta Oksana, una delle ex lavoratrici che si è rivolta ai sindacati -. Venivo pagata 1.200 euro al mese, ma l’ultima busta paga, quella di agosto, è stata di soli 350 euro”. Nel tre stelle di via Porto Palos, a due passi dal mare, Oksana viveva in una stanza insieme al figlio: “Poi all’improvviso il gestore a inizio settembre ha chiuso acqua, luce e gas, dicendo che dovevamo andarcene. Ora viviamo in un appartamento in affitto”.

Le ex lavoratrici del Brenta si sono rivolte alla Fisascat Cisl Romagna, che tutelerà i loro diritti in tutte le sedi opportune. “Al momento sono in corso delle vertenze – dicono i sindacalisti – con l’obiettivo di far recuperare a queste lavoratrici quanto è stato loro ingiustamente tolto”.

Eugenio Barone, gestore dell’hotel

Di tutt’altro avviso il gestore dell’hotel Brenta, Eugenio Barone, che respinge con forza ogni accusa e fornisce una versione dei fatti diametralmente opposta. “Ho accolto loro e i loro figli per mesi gratuitamente – racconta amareggiato l’albergatore -. Poi ho offerto loro un lavoro con uno stipendio regolare, dal quale detraevo una piccola somma per l’alloggio. E’ tutto documentato. Ho dato mandato ai miei avvocati, Francesco Pisciotti e Luca Caroni, di mettere in atto tutte le azioni legali necessarie a tutelare me e la mia attività. Le accuse nei miei confronti sono false e chi mi ha attaccato dovrà pagarne le conseguenze”. Accuse e contraccuse che certamente finiranno in un’aula di tribunale.