Adesca gli amici dei figli in chat, bidello a processo
Avrebbe adescato gli amici dei figli, tutti ragazzi tra i 14 e i 17 anni, in chat. Spacciandosi come un esperto di montaggi di video musicali sui social, entrava in contatto con le potenziali vittime e prometteva loro di ottenere in breve tempo visualizzazioni e follower. Una trappola, secondo la Procura di Rimini, per avvicinare minorenni e diventare loro “amico”. Facendo credere ai teenager di poter realizzare i loro “sogni di successo”, sostiene l’accusa, instaurava con gli adolescenti conversazioni quotidiane, via via sempre più intense ed intime, fino ad arrivare ad allusioni a sfondo sessuale.
A processo per adescamento di minori in concorso, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Rimini, c’è un bidello riminese di 39 anni. Imputata anche la moglie di lui, una 38enne riminese, che avrebbe cercato di coprire il marito, sviando le accuse mosse da alcuni genitori dei minorenni adescati.
Nelle chat con i ragazzini, amici dei figli, il 39enne acquisiva informazioni sulla loro vita, sulle loro vicende personali e sulle loro fragilità, offrendosi di aiutarli a risolvere le problematiche tipiche degli adolescenti anche mediante riti e poteri magici di cui sosteneva di essere dotato. E’ stata la madre di uno dei minorenni a scoprire messaggi ambigui nel telefono del figlio e ad allertare le forze dell’ordine. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a un anno e 9 mesi per il bidello, attualmente sospeso, e un anno e 6 mesi per la moglie.