Indietro
menu
vittime presenti all'udienza

Accoltellò cinque persone tra cui un bambino, nuova perizia per l'aggressore

In foto: L'accoltellamento sulla linea 11 a Miramare (foto Migliorini)
L'accoltellamento sulla linea 11 a Miramare (foto Migliorini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
mar 13 set 2022 19:37 ~ ultimo agg. 14 set 15:30
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

A poco più di un anno dalla folle aggressione avvenuta sul bus della linea 11, conclusasi con una vera e propria caccia all’uomo da parte della polizia, Somane Duula verrà sottoposto ad una nuova perizia psichiatrica che dovrà accertare il permanere della sua pericolosità sociale. Così disporrà il gup del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, che questa mattina in udienza ha ammesso il rito abbreviato e rinviato la discussione al 13 dicembre prossimo.

Il profugo somalo, che la sera dell’11 settembre 2021 seminò il panico nella zona sud di Rimini accoltellando cinque persone tra cui il piccolo Tamim, il bimbo di sei anni ferito quasi mortalmente alla gola e salvato grazie alla bravura dei medici dell’ospedale Bufalini di Cesena, attualmente si trova rinchiuso al Rems di Bologna, la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.

Questa mattina in aula erano presenti Tamim e i suoi genitori, assistiti dall’avvocato Maurizio Ghinelli, e le due controllori del bus ferite sempre da Duula, rappresentate rispettivamente dai legali Fabio Spiotta e Marco Tarek Tailamun. Le due donne e i genitori di Tamim si sono costituiti parte civile e hanno formulato la richiesta per l’attivazione del fondo per le vittime di violenze al fine di ottenere un risarcimento, essendo l’aggressore nullatenente.

Duula, ritenuto dal professor Renato Ariatti, consulente del pubblico ministero Davide Ercolani,  incapace di intendere e volere al momento del triplice tentato omicidio, a causa di una schizofrenia paranoide dettata anche da “allucinazioni uditive”, difficilmente però potrà essere processato per i reati commessi, come ha sottolineato il suo difensore, l’avvocato Maria Rivieccio. Il profugo somalo continuerà ad essere curato all’interno del Rems.