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femminicidio di via rastelli

Per colmare il "vuoto" dell'omicida la Scientifica ricostruisce virtualmente il delitto

In foto: la polizia Scientifica in via Rastelli (foto Migliorini)
la polizia Scientifica in via Rastelli (foto Migliorini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
mer 6 lug 2022 20:02 ~ ultimo agg. 7 lug 12:24
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Nell’appartamento di via Rastelli a Rimini, dove si è consumato il delitto di Cristina Peroni per mano del compagno Simone Benedetto Vultaggio, la polizia Scientifica, incaricata dal magistrato Luca Bertuzzi, ha effettuato mercoledì mattina ulteriori accertamenti tecnici.

Gli agenti sono tornati sulla scena del crimine per ricostruire virtualmente, con tecniche sofisticate e tramite filmato, la dinamica esatta della sequenza omicidiaria. Un lavoro certosino, quello svolto in mattinata, che potrà tornare molto utile agli inquirenti dal momento che l’assassino continua a non ricordare le fasi del delitto. “Ho un vuoto”, ha ribadito anche pochi giorni fa al suo difensore, l’avvocato Alessandro Buzzoni.

Un team di esperti, partendo dalle impronte rilevate nell’abitazione, si è occupato di una ricostruzione tridimensionale della dinamica di quella che può essere definita una mattanza. Vultaggio, infatti, secondo l’autopsia, ha inferto alla compagna 50 coltellate in varie parti del corpo e 18 colpi di mattarello al capo. Della feroce aggressione però non ha ricordi ed è per questo che il pm intende colmare il “vuoto” dell’assassino con un’accurata indagine tecnica. Il primo sopralluogo e i primi rilievi della polizia Scientifica erano avvenuti la mattina stessa del delitto, sabato 25 giugno. In quell’occasione erano state repertate oltre alle impronte anche il coltello e il mattarello utilizzati dal 47enne riminese per uccidere e infierire sul corpo di Cristina.