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La "fotografia" di Coldiretti

Inflazione, costo energia, siccità. La "tempesta perfetta" travolge l'agricoltura

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 27 lug 2022 10:37 ~ ultimo agg. 14:02
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Inflazione, impennata dei costi dell’energia, siccità. Sull’agricoltura riminese si è abbattuta in questo 2022 una vera e propria tempesta perfetta. A mettere in fila le criticità è Coldiretti.

La corsa dei prezzi era cominciata prima della guerra, ora però siamo alle stremo” spiega Guido Cardelli Masini Palazzi, presidente di Coldiretti Rimini. “L’autonomia è finita” aggiunge – e la situazione peggiora di giorno in giorno: la grande distribuzione sta provando a mantenere stabili i listini, sicuramente opera meritoria verso il consumatore ma che purtroppo riflette sulla base, cioè sul settore agricolo, il primo anello della catena. Stiamo lavorando nella speranza di non perdere il patrimonio zootecnico, molti sono stati costretti a limitare la razione agli animali, altri pensano a ridurli, altri ancora hanno già chiuso.”
Una criticità che rischia di propagarsi “se il governo non interviene subito e in modo strutturale”- afferma il direttore Alessandro Corsini – “servono un’iniezione di liquidità e il giusto prezzo dei prodotti o noi continueremo a sprofondare in rosso“. La congiuntura Covid-Ucraina si innesta sui rincari già in corso. Rispetto a un anno fa i mangimi ad uso zootecnico hanno fatto un balzo in avanti del 90%, il gasolio del 129% e i concimi a base di azoto del 140%.
E’ fondamentale, continua il presidente Cardelli Masini Palazzi, porre un freno alla proliferazione dei cinghiali per evitare il diffondersi della peste suina ma anche dei danni provocati dai cinghiali ai raccolti e sulle strade. Gli incidenti, anche mortali provocati dai selvatici, infatti sono in aumento“. Coldiretti ha sollecitato il Governo ad emanare atti che permettano di intensificare gli abbattimenti «senza perdere altro tempo», conferma il Presidente Cardelli Masini Palazzi che ribadisce, inoltre, che “tutti i danni dovrebbero essere risarciti , diretti ed indiretti, se è vero che i cinghiali sono un bene indisponibile dello stato, quest’ultimo deve esserne responsabile.”
Giorgio Ricci, vice direttore Coldiretti Rimini poi, sottolinea la necessità di fermare il consumo di suolo agricolo. “La terra – spiega – deve servire per produrre cibo ed occorre difenderla a ogni costo“. Il riferimento è a progetti come la variante alla SS16 ideata oltre 20 anni fa e giudicata ormai anacronistica: “ora si parla di riduzione del trasporto su ruote, di transizione ecologica, tutela del territorio, importanza dell’agricoltura. La variante alla SS16 – prosegue Ricci – comporterà la distruzione di centinaia di ettari di fertile terreno che sarà perduto per sempre provocando, contemporaneamente, enormi danni agli imprenditori agricoli, costretti a chiudere la propria attività, e all’ambiente con buona pace di quanto previsto da tutte le parti sociali nel Patto Provinciale per il lavoro e per il Clima“.
Un settore – evidenzia – sostenuto da tutti nei convegni, ma completamente abbandonato a se stesso perché nei fatti nessuno pensa all’agricoltura né agli agricoltori“.
Altro aspetto da non sottovalutare è la siccità che è andata a complicare una situazione già di per sé difficile.
Sulla siccità abbiamo assistito” dice il presidente Cardelli Masini Palazzi “a rallentamenti burocratici per il progetto delle ex cave in sponda del fiume Marecchia che ha messo a rischio la stessa opera che al momento per fortuna sembra un problema superato, ma è inconcepibile che quando si parla di progetti per l’agricoltura tutto si complica, mentre per quelli che danneggiano l’agricoltura tutto fila spedito“. Coldiretti spinge poi per l’incentivazione del piano dei piccoli bacini per l’accumulo di acqua piovana, una rete capace di garantire una costante disponibilità di acqua ad uso irriguo. Serve però, anche in questo caso, che venga snellito l’iter autorizzativo.
Tutti parlano di cibo” conclude il Direttore Corsini “ma sembra che questo non sia collegato all’agricoltura. Se si fermano gli agricoltori non arriverà più cibo sulle nostre tavole, le terre resteranno incolte, desertificate, un grave danno per l’ambiente che rischia il dissesto idrogeologico“.