
Tragico schianto sull’Adriatica, a Torre Pedrera, dove verso l’ora di pranzo un 61enne residente a Rimini, Umberto Estate, in sella ad una moto di grossa cilindrata, una Yamaha TDM 850, è rimasto vittima di una paurosa carambola.
Secondo una prima ricostruzione, il motociclista stava percorrendo via Popilia in direzione Ravenna-Ancona, quando ha impattato contro una Fiat panda che si sarebbe immessa da via della Lama. L’uomo è stato sbalzato sull’asfalto ed è finito nell’altra corsia da dove proveniva dal senso di marcia opposto una Toyota Auris. L’impatto con la seconda vettura è stato devastante e, purtroppo, fatale.
- L’incidente mortale (Fotogallery Migliorini)
Il 61enne è stato rianimato a lungo sull’asfalto dai medici del 118, intervenuti con ambulanza e auto medicalizzata. Nonostante i disperati tentativi, per lui non c’è stato nulla da fare. Troppo gravi le lesioni riportate. Inutile anche l’atterraggio vicino al luogo dell’incidente dell’elisoccorso da Ravenna. Sul posto nel frattempo è arrivata anche la compagna dell’uomo, rimasta inginocchiata accanto al cadavere coperto da un lenzuolo bianco. Una scena straziante a cui hanno assistito gli automobilisti coinvolti nel mortale, sconvolti per l’accaduto, e i sanitari che fino all’ultimo hanno sperato di salvare il 61enne.
L’Adriatica è stata completamente chiusa al traffico per ore in entrambi i sensi di marcia, con conseguenti e inevitabili code. Il tratto interessato è stato riaperto intorno alle 16. La polizia Stradale si è occupata dei rilievi di rito per ricostruire l’esatta dinamica del sinistro.
Estate, originario del napoletano, viveva a Rimini poco distante dal luogo dell’incidente ed era atteso a una riunione al centro riabilitativo “Luce sul mare”, dove lavorava come operatore socio-sanitario. A Luce sul Mare era arrivato da una decina d’anni e da non molto era diventato socio lavoratore della cooperativa.

Umberto Estate
Comprensibile lo sgomento dei colleghi quando hanno saputo il motivo dell’assenza di Umberto. “Aveva una grande capacità di mettersi a disposizione degli altri. Era sempre molto motivato, non si era fatto prendere dalla routine”, lo ricorda ancora scosso il presidente di Luce sul Mare, Massimo Marchini.
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