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"SIATE luce del mondo"

A San Girolamo l'incontro-pellegrinaggio delle famiglie

In foto: incontro delle famiglie
incontro delle famiglie
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 27 giu 2022 11:45 ~ ultimo agg. 19:55
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Una giornata di incontro, di preghiera, di speranza. Si è svolto sabato 25 giugno nelle parrocchia di San Girolamo l’incontro-pellegrinaggio delle famiglie della Diocesi di Rimini. L’appuntamento faceva parte degli eventi che si sono svolti in modo diffuso in tutto il territorio, in occasione del X incontro mondiale delle famiglia promosso da CEI, forum delle associazioni familiari e Rinnovamento nello Spirito. A Rimini ha visto, in modo particolare, coinvolti movimenti e associazioni. Il pomeriggio è iniziato alle 16 con la recita del rosario, i misteri animati dalle diverse realtà e con intenzioni molto sentite: per i bambini che ricordano il dono della vita, i fidanzati che si preparano al matrimonio, per gli emarginati e gli esclusi, per le famiglia che sono nella prova, per i missionari. I cinque misteri sono stati alternati da alcune testimonianze, che hanno toccato i vari carismi e sensibilità dei presenti, e da segni molto suggestivi. La chiusura è stata la messa presieduta dal Vescovo Francesco, con il mandato alle famiglie “siate luce del mondo e nel mondo” accolto da flambeaux accesi.

A portare il saluto con una riflessione su Sandra Sabattini, la beata fidanzata il parroco di San Girolamo don Roberto Battaglia.

di seguito il contributo di don Roberto

Spesso mi si rivolge questa domanda: «cosa ha fatto Sandra per essere Beata?». In realtà, più la si conosce, più ci si accorge che in lei non domina “il proprio fare”, ma l’innamoramento per Cristo: «Non esiste il problema di stare con i poveri, ma col Signore» (Diario, 10.09.1982). Poco più che sedicenne lo aveva riassunto così, rivolgendosi a Gesù: «Scelgo Te e basta» (Diario, 26.02.1978).

Sandra è una giovane donna tutta attratta da Colui che ha conquistato il suo cuore, trascinando la sua affezione in un dono totale di sé stessa: «Non è mia questa vita» (Diario, 27.04.1984).

Ma chi è innamorato è forse una persona “spiritualista” in fuga dal mondo? Una ragazza così presa dall’esperienza che riempie tutta la sua vita, dimentica il fidanzato o lo ama di più? In lei è evidente l’intensità di una vita molto più operosa di chi si ritiene un attivista. Tutt’altro che ripiegata in una visione “intimista” del rapporto con Cristo, Sandra era instancabile nel servizio ai poveri, senza voler «sprecare neanche un istante di questa mia esistenza» (Diario, 06.03.1983).

E col fidanzato? Don Oreste scriveva che lei e Guido Rossi erano «Fidanzati come se non lo fossero, secondo i criteri del mondo» (Introduzione al Diario). Le amiche raccontano che non li si vedeva sempre insieme, come accadeva solitamente alle coppie di giovani coetanei, poiché erano innanzitutto tesi a vivere l’esperienza cristiana, aperti al rapporto con tutti, nel desiderio di rispondere alla chiamata di Dio. Guido racconta come si confrontassero spesso sulla fede in rapporto alla vita. Quando un giorno il fidanzato le disse che per lui se anche Dio non esistesse varrebbe la pena vivere una vita corretta, “da buoni”, Sandra rispose con passione: «Se Dio non esistesse sarei disperata». Davvero «Dio conduceva la sua vita», sottolinea lo stesso Guido. Il rapporto col Signore, vissuto nella piena appartenenza all’Associazione Papa Giovanni XXIII, era il centro affettivo della vita di Sandra e questo esaltava il rapporto col fidanzato, nella prospettiva dello scopo ultimo.

Non può esserci rapporto col Mistero se non attraverso il segno carnale in cui esso si manifesta e non c’è nulla di più contrario alla nostra fede del dualismo che oppone o accosta il rapporto con Cristo al rapporto con la persona amata: esso è sempre dentro il segno, attraverso il volto del/della fidanzato/a o dello/a sposo/a, che non si può amare fino in fondo senza riconoscere e adorare nell’altro/a l’Infinito che attrae il nostro desiderio. Sandra vive questa unità all’origine della sua esperienza, che lei stessa descrive così: «Fidanzamento. Qualcosa di integrante con la vocazione: ciò che vivo di disponibilità e d’amore nei confronti degli altri è ciò che vivo anche per Guido; sono due cose compenetrate, allo stesso livello» (Diario, 23.07.1983). Rispondendo a una domanda di don Oreste Benzi circa il motivo per cui lei si dedicava ai giovani della comunità terapeutica di Trarivi, incontrando così più raramente il fidanzato, Sandra disse: «proprio perché questa scelta l’abbiamo fatta assieme, anche se a livello di tempo ci vediamo di meno, io sento che viviamo molto a fondo anche quel poco che ci vediamo, perché quello che vivo è scelto con lui, assieme». Proseguì precisando che «non riesco a parlare del rapporto che ho con Guido se non parlo di tutto quello che vivo di disponibilità con gli altri in Comunità. Cioè, mi viene da metterli sullo stesso piano». Don Oreste intuì il valore quest’affermazione, evidenziando come il fidanzamento, in «questa pienezza di vita», «non è soffocante, ma si dilata», ricevendo «una ricchezza enorme» (23.07.1983).

Sandra ci provoca a prendere sul serio «il bisogno di infinito che è dentro di noi e che non possiamo far finta di ignorare», come scriveva pochi giorni prima di compiere vent’anni, sottolineando che «l’infinito è lì che ci aspetta ogni volta che cadono le “posticce” risposte che abbiamo dato al suo bisogno» (07.08.1981). Un bisogno a cui neanche la persona amata – che più di ogni altra suscita questo desiderio infinito – può rispondere. È una sete come quella della Samaritana del Vangelo, che neppure i suoi cinque mariti avevano soddisfatto, fino a quando non incrociò lo sguardo di quell’uomo capace di penetrare il suo cuore, amandola più di tutti gli uomini che l’avevano posseduta (cfr. Gv 4, 4-42). Sandra ha vissuto cercando quello sguardo in Guido e vivendo assieme al fidanzato un rapporto carnale con Cristo, secondo la modalità in cui Lui l’aveva afferrata facendola Sua.

Si tratta della verginità, in cui giunge al culmine l’amore nuziale. Possiamo proporci di meno?

 

L’invio missionario di Papa Francesco

Care famiglie,
vi invito a proseguire il cammino
ascoltando il Padre che vi chiama:
fatevi missionarie per le vie del mondo!
Non camminate da sole!
Voi, giovani famiglie, fatevi guidare da chi conosce la via,
voi che siete più avanti, fatevi compagne di viaggio per le altre.
Voi che siete smarrite a causa delle difficoltà,
non fatevi vincere dalla tristezza,
fidatevi dell’Amore che Dio ha posto in voi,
supplicate ogni giorno lo Spirito di ravvivarlo.
Annunciate con gioia la bellezza dell’essere famiglia!
Annunciate ai bambini e ai giovani la grazia del matrimonio cristiano.
Donate speranza a coloro che non ne hanno.
Agite come se tutto dipendesse da voi,
sapendo che tutto va affidato a Dio.
Siate voi a “cucire” il tessuto della società e di una Chiesa sinodale,
che creare relazioni, moltiplicando l’amore e la vita.
Siate segno del Cristo vivente,
non abbiate paura di quel che il Signore vi chiede,
né di essere generosi con Lui.
Apritevi a Cristo, ascoltatelo nel silenzio della preghiera.
Accompagnate chi è più fragile
fatevi carico di chi è solo, rifugiato, abbandonato.
Siate il seme di un mondo più fraterno!
Siate famiglie dal cuore grande!
Siate il volto accogliente della Chiesa!
E, per favore, pregate, sempre pregate!
Maria, nostra Madre, vi soccorra quando non ci sarà più vino,
sia compagna nel tempo del silenzio e della prova,
vi aiuti a camminare insieme al suo Figlio Risorto