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effetto pandemia

Vendite online: in due anni imprese cresciute del 43% nel riminese

In foto: e-commerce
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 3 mag 2022 13:08
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Effetto pandemia sulle imprese che vendono online. In provincia di Rimini sono cresciute del 43,6% tra il 31 marzo 2020 e il 31 marzo 2022. Un incremento importante ma inferiore inferiore sia a quello regionale (+50,3%) sia a quello nazionale (+49,9%). Rimini è 67esima in Italia e quinta tra le province dell’Emilia Romagna (dopo Piacenza, Bologna, Modena e Parma); stessa posizione con riferimento al peso delle imprese del commercio elettronico sul totale del commercio al dettaglio (preceduta da Modena, Bologna, Reggio Emilia e Parma). Nello stesso biennio soffre proprio il commercio al dettaglio che perde il 2,2% delle attività. Al 31 marzo di quest’anno risultano attive in provincia 270 imprese che svolgono attività di e-commerce e rappresentano il 5,6% del totale delle attività del commercio al dettaglio. Per il 62,6% sono imprese individuali. Incidenza elevata anche per quanto riguarda le imprese giovanili e femminili (rispettivamente, 24,8% e 33,0%), nettamente superiore al peso che assumono con riferimento alle imprese totali (nell’ordine, 6,6% e 21,8%).

Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C, in Italia, nel 2021, gli acquisti online di prodotti e servizi sono cresciuti del 21% rispetto al 2020, raggiungendo un valore di 39,4 miliardi di euro. Rispetto al 2020, le vendite di prodotti online sono cresciute a un ritmo inferiore, registrando un +18% annuo, ma rispetto al 2019, la crescita è stata del +45%. Lo scorso anno anche le vendite di servizi online hanno recuperato di +36% rispetto al 2020, che aveva registrato un -52% sul 2019. Di sicuro la pandemia ha cambiato in modo radicale il nostro stile di vita e anche i modelli di business, ma ritengo che in realtà abbia accelerato un processo di digitalizzazione che era già in atto, dovuto principalmente a un ricambio generazionale. Il processo era già irreversibile da quando la generazione Z, cioè i nati tra il 1995 e il 2010, ha iniziato ad affacciarsi sul mercato – commenta Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera di commercio della Romagna. Lo stesso e-commerce è cambiato nel tempo e continuerà a evolversi: gli acquisti online si fanno prevalentemente con dispositivi mobili e attraverso le piattaforme social. L’e-commerce, come siamo abituati a pensarlo, con la creazione di un sito web dove mettere in vetrina i propri prodotti o servizi per venderli, è affiancato, se non superato, dal social commerce. Il report Digital 2022 di We are social ci dice che in Italia oltre 43 milioni di internauti sono attivi sui social network, di questi, quasi il 75% naviga da cellulare. Questi utenti sono meno disposti a passare dal canale social a un sito web aziendale e si aspettano di potere acquistare direttamente sulla piattaforma in cui si trovano. Per questi motivi, le azioni che la Camera di commercio e le Istituzioni devono attuare per aiutare le imprese e i cittadini, si devono muovere in due direzioni precise. Da una parte far crescere la cultura digitale delle imprese perché il nostro Paese è ancora debole rispetto alla digitalizzazione in generale e alla diffusione dell’e-commerce in particolare. Dall’altra parte occorre affrontare il problema dei dati, argomento di grande dibattito, in termini sia di trasparenza da parte delle imprese, sia di consenso e di tutela da parte degli utenti. Occorre, quindi, incentivare l’uso di tecnologie, come per esempio la blockchain il cui ambiente, totalmente crittografato, offre la massima sicurezza e affidabilità a tutti i soggetti coinvolti, fornitori, venditori e acquirenti”.