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al convegno sul turismo

PNRR. Sadegholvaad: grande opportunità ma attenzione a parcellizzazione

In foto: Jamil Sadegholvaad
Jamil Sadegholvaad
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 20 mag 2022 18:04
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Un intervento sulle opportunità del PNRR mettendone in luce l’impatto positivo per la ripartenza post covid ma anche alcuni rischi di interventi a compartimenti stagni. E’ quello fatto questa mattina dal sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad al convegno sul turismo culturale che si è tenuto nella sede dell’università.

Ha messo in luce il dramma del covid, del cammino di ripartenza con il combustibile dei fondi europei, in una Rimini che già da anni si sta ripensando: “Sicuramente il punto comune è la proposta di un modello di sviluppo più equilibrato rispetto a quello del cosiddetto ‘divertimentificio’ o ‘riminizzazione’. C’è, al di là delle singole misure o opere, l’idea che solo la qualità- urbana, culturale, relazionale- possa essere la chiave vincente di una competitività da spendere soprattutto sul piano internazionale. La Rimini capitale dell’ospitalità, di qui ai prossimi 30 anni, non sarà più solo quello del ‘teutonen grill’, dei ‘venditori d’ombra’, ma di un lungomare completamente pedonalizzato e naturalizzato, quella del fellini Museum, quella del Metromare a togliere traffico di auto private nella fascia più turistica della città a favore di un sistema di trasporto pubblico locale elettrico e ecologico. Non è un caso che Rimini, impensabile sino a qualche anno fa, nel 2021 abbia lanciato la propria candidatura a Capitale della Cultura Italiana 2025. Ma come, la patria della ‘riminizzazione’ capitale della cultura? Crediamo di sì con buoni argomenti che non sono solo quelli del marketing. Il lavoro fatto e quello in essere sul fronte della connessione tra città d’arte (il tempio malatestiano, il Trecento Riminese) e la città che più di tutte forse in Italia ha interpretato dal dopoguerra un nuovo modo di fare moda, costume e dunque cultura, superando la storica distinzione tra accademia e popolare”.

L’amministrazione ha già ottenuto 68 milioni di euro dal PNRR su progetti che riguardano principalmente la riqualificazione del waterfront turistico e il trasporto pubblico. “Ma abbiamo candidato molti progetti, ottenendo già finanziamenti e aspettando con fiducia l’esito dei prossimi bandi, riguardanti la riqualificazione delle scuole, luogo primaria di integrazione. Là dove le scuole sono brutte, sono poche, o addirittura non ci sono nascono i ghetti, le banlieau, le problematiche sociali che poi, in via indiretta, sono di gigantesco ostacolo alla direzione di marcia che intende intraprendere tutta una città a partire dal suo sviluppo”.

In una società sempre più frammentata e  individualista credo che la stessa economia- di un Paese, di una città- possa trovarsi davanti a ostacoli insormontabili se non si è in grado di superare questo nuovo egoismo investendo sui presidi della socialità, delle relazioni e dell’educazione. La politica è molto sensibile all’umore dell’opinione pubblica, è inutile affermare il contrario. Una città divisa, in cui esistono ghetti, sarà il primo macigno allo sviluppo. Così come un Paese o una città che non investe sulla scuola non avrà mai la spinta necessaria a che le sue componenti produttive intensifichino gli investimenti e la ricerca sull’innovazione e sull’alta specializzazione che può permetterci di vincere le sfide della competizione mondiale“.

E conclude su come viene applicato il PNRR: “Sono d’accordo con molti miei colleghi che intravedono le criticità metodologiche, temporali, organizzative e la scarsa flessibilità del PNRR. Ma io vorrei aggiungere questo: il PNRR nasce come nuovo Piano Marshall, come risposta unitaria della UE per riconvertire e infrastrutturale nuovi modelli di sviluppo alla luce di un accadimento eccezionale traumatico come la pandemia. Se questo è, o dovrebbe essere, dico che non mi pare del tutto in linea questa estrema parcellizzazione di progetti proposti, quasi che i Comuni, le Province, le Regioni si accostassero a questo unico strumento finanziario come un piano degli investimenti di un normale bilancio. Il rischio è che tra 10 anni potremmo voltarci indietro per scoprire che abbiamo fatto migliaia di bellissime cose nei nostri Comuni ma come modernizzazione della grande viabilità, dell’accessibilità all’Italia e della mobilità interna al Paese siamo rimasti più o meno al 2020“.