Indietro
menu
La riflessione del sindaco

Area nuova questura. Sadegholvaad: cittadini preferiscono verde a cemento

In foto: l'area di via Bassi
l'area di via Bassi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 14 mag 2022 17:24 ~ ultimo agg. 15 mag 15:46
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Verde, qualità ambientale, mobilità e servizi e non nuove colate di cemento. Sono queste le prime indicazioni che stanno arrivando dai cittadini in merito all’area “nuova questura” su via Ugo Bassi dove l’amministrazione riminese ha allestito un ufficio mobile per tastare il polso ai residenti del quartiere. Lo spiega il sindaco Jamil Sadegholvaad, ricordando che una una porzione dell’area vedrà la realizzazione di 30 case popolari già finanziate con 6.5 milioni di euro dalla Regione. Lo stabile della ex Questura è stato invece acquisito da un privato. “Massima disponibilità al confronto” spiega il sindaco ma partendo dalla linea scelta dall’amministrazione: “stop alla cementificazione e a uno sviluppo che mette in second’ordine l’interesse pubblico“.

L’intervento di Jamil Sadegholvaad

E’ uno dei pilastri che reggono l’intero programma di mandato 2021/2026. Per questo trovo giusto sottolineare l’importanza del processo partecipativo, cominciato proprio questa settimana in ordine a un fatto molto concreto: la riqualificazione e rigenerazione di quel quadrante di città collocato lungo via Roma che, per comodità e sintesi popolare, potremo definire ‘area nuova Questura’. E già questa definizione diventa persino buffa se si pensa che proprio ‘alla nuova Questura’, già costruita e inabitata da 16 anni, è legata una delle più grandi vergogne edilizie dello Stato italiano nella sua relazione con un privato. Nei giorni scorsi dunque il Piano Strategico, in collaborazione con Amministrazione Comunale ed Acer, ha allestito lì sul posto un ufficio mobile, che servirà a raccogliere i suggerimenti da parte dei residenti e dei cittadini sulla riprogettazione complessiva dell’area, interessata in una porzione da un programma di edilizia residenziale pubblica, finanziato con 6.5 milioni di euro dalla Regione. Trenta nuove case popolari insomma, costruite con gli strumenti e le soluzioni più innovative dal punto di vista ambientale, delle energie, dell’accessibilità, della sicurezza. Qualche anno fa qualcosa di simile si sarebbe definito ‘urbanistica partecipata’. Oggi si allarga il raggio, coinvolgendo chi lì vi abita a individuare come quel quartiere potrebbe e dovrebbe svilupparsi. Dalle prime indicazioni emerge un approccio molto ‘sostenibile’ da parte dei cittadini che evidentemente condividono l’idea di uno sviluppo che non passa forzatamente da colate di cemento e costruzione di nuove superfici commerciali. Quella è un’area strategica per Rimini e per la quale Rimini dovrà definire una proposta che metta l’alta qualità della vita, il verde, una mobilità moderna, la disponibilità di servizi di comunità al primo e esclusivo posto.

Con questo nuovo metodo partecipativo, l’amministrazione comunale poi si muoverà allorchè dovrà riprogettare altre grandi aree sotto utilizzate o peggio a rischio degrado: dico, a semplice titolo esemplificativo, ex area Ghigi lungo la Superstrada di San Marino o ex MOI lungo la via Emilia. E’ chiaro che nulla di questo potrà essere portato avanti senza una interlocuzione chiara e trasparente con i soggetti privati, proprietari di queste aree. L’amministrazione comunale in tal senso ha dato e dà la massima disponibilità al confronto. Un confronto che, per dar seguito e continuità a una linea amministrativa e programmatica che vogliamo proseguire anche nei prossimi 5 anni: stop alla cementificazione e a uno sviluppo che mette in second’ordine l’interesse pubblico”.