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i primi 30 anni di attività

Un libro per raccontare La Sangiovesa, un locale in cui si mangia e beve Romagna

In foto: Da sinistra Giorgio Melandri, Cristina e Manlio Maggioli
Da sinistra Giorgio Melandri, Cristina e Manlio Maggioli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 2 mar 2022 17:06 ~ ultimo agg. 19:17
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Un libro per raccontare i 30 anni di storia dell’osteria “La Sangiovesa”, a Santarcangelo, fatti di persone, di materie prime di qualità, di ricette della tradizione. Il volume è stato presentato con la sindaca Alice Parma e il governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini, oltre naturalmente al fondatore Manlio Maggioli.

Il mondo de “La Sangiovesa”, di chi ci lavora, del suo territorio e della sua cucina, sono racchiusi in un volume curato dal giornalista Giorgio Melandri. Una storia lunga 30 anni, quella del locale in piazza Beato Simone Balacchi, simbolo della cultura romagnola, testimone delle tradizioni e della filiera che hanno attraversato le mode come un classico. Il legame con il territorio si esprime nell’idea fortemente voluta da Manlio Maggioli, che insieme all’amico Tonino Guerra ha realizzato il suo sogno: creare un locale in cui si mangia e beve la Romagna.

Della famiglia Maggioli fanno parte anche “Tenuta Saiano”, la “Vermuteria” e “ViaSaffi32” (ultimo nato proprio nel 2020). Conta 35 dipendenti di cui 20 direttamente all’interno de “La Sangiovesa”. Numeri che aumentano durante il periodo estivo o di picco turistico con assunzioni a tempo determinato. In tempi ‘normali’ sono 75 mila i coperti annuali della Sangiovesa. Dopo la diminuzione del 2020 con 44.000 coperti dovuta al lockdown, il 2021 si è chiuso con importanti segni di rilancio e crescita nonostante i periodi di chiusura: 52.000 ospiti.

“Dal momento che abbiamo pensato a La Sangiovesa come un luogo in cui consumare i prodotti locali e vivere i tempi passati attraverso i piatti della Romagna – racconta il patron, Manlio Maggioliera naturale che nascessero forti collegamenti anche con la cultura di questa terra. Tonino Guerra è stato uno dei primi ad arricchire il locale, ad esempio donandoci le stufe, che sono degli autentici capolavori. Successivamente sono arrivati altri artisti, alcuni anche giovani e molti ispirati da lui. Recentemente, le pareti del locale sono state arricchite da alcuni quadri di Guido Cagnacci (pittore seicentesco nato proprio a Santarcangelo, ndr) che ho acquistato personalmente. Ogni mattina poi faccio un giro nel locale, controllo che tutto sia in ordine e a posto, do un’occhiata la menù e scambio quattro chiacchiere con il personale. Alla Sangiovesa sono davvero legato”.