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Ucraina: la delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII arrivata a Leopoli

Dopo una lunga attesa alla frontiera tra Polonia e Ucraina (varco di Medyka) e file chilometriche ai checkpoint, (presenti alle porte di ogni paese e città), Gianpiero Cofano e Alberto Capannini dell’Apg23 e l’assessore riminese Kristian Gianfreda sono arrivati a Leopoli, 80 km dal confine, in territorio ucraino. La missione di monitoraggio dei membri dell’associazione di Don Benzi ha come obiettivi la valutazione delle azioni umanitarie più opportune da intraprendere nelle prossime settimane, la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei profughi. Numerosi i mezzi militari in movimento al confine con la Polonia, e un una lunga fila di persone incolonnate in uscita, hanno accompagnato l’arrivo dei volontari.

Leopoli – raccontano i volontari – si è rivelata un immenso campo profughi a cielo aperto, una città completamente paralizzata dalla presenza di decine di migliaia di persone arrivate da tutto il Paese. Nella stazione ferroviaria una folla immensa si accalca senza sosta attorno ai vagoni. In tutta la zona sono ormai del tutto esauriti i posti letto negli alberghi e nelle strutture ricettive; è pressoché impossibile trovare luoghi per rifocillarsi e un gran numero di madri, sole con i propri bambini, si trovano a dormire per strada al freddo in condizioni disumane.

 

Siamo arrivati da qualche ora a Leopoli, città non toccata dalla guerra che sta raccogliendo profughi dal resto del paese – racconta Kristian Gianfreda -. Stiamo organizzando i primi incontri con la comunità locale, stanca ed impaurita da quello che succede poco più ad oriente. Ci concentriamo sulle situazioni di minori in difficoltà, (con disabilità e autistici) le cui madri vogliono lasciare il paese e da sole non riescono. Questa sera andiamo in stazione, il centro raccolta dei profughi”.

Così Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: «I nostri volontari di Operazione Colomba e i Caschi Bianchi sperimentano da trent’anni la condivisione diretta, promuovendo un’azione nonviolenta, a fianco delle vittime dei conflitti e della violenza strutturale. Chiediamo al Governo Italiano di revocare la decisione di fornire armi all’Ucraina, e di far pressione in Europa perché nessuno Stato invii armi letali al Paese. Come già successo in altri scenari internazionali, armare uno dei combattenti ha delle ripercussioni non prevedibili che portano ad escalation senza ritorno».

Per sostenere le azioni della Comunità Papa Giovanni XXIII: emergenze.apg23.org