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Profughi: operativo il centralino di мир (MIR): Rimini per l’Ucraina

la manifestazione a Rimini

Da oggi, lunedì 21 marzo, è ufficialmente operativo il centralino di мир (MIR): Rimini per l’Ucraina, il tavolo di coordinamento del terzo settore finalizzato ad aiutare e stare al fianco della comunità ucraina in questa difficile fase. La realtà è nata per sostenere e integrare l’impegno del terzo settore, con l’obiettivo di mettere in rete la filiera di assistenza (organizzazioni di volontariato, realtà filantropiche e associazioni di promozione sociale) attraverso un lavoro organizzato e strutturato, in modo tale da rispondere alle necessità e problematiche dei profughi giunti nel territorio riminese.

I promotori ricordano come sarà fondamentale anche il contributo delle cittadine e dei cittadini, che possono collaborare all’iniziativa offrendo svariate forme di aiuto, come ad esempio portare vestiti o generi alimentari oppure rendendosi disponibili a fare da mediatori culturali. 

Contatti:
Numero di telefono 800 106 300 

Indirizzo mail: 

protezionecivile@comune.rimini.it
La sede è in via Marecchiese n. 193. 

“Come comunità di Rimini stiamo veramente facendo il massimo per venire incontro alle famiglie, soprattutto donne e bambini, che sono arrivate qui da noi con ancora la disperazione negli occhi – spiega l’Assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini Kristian GianfredaA oggi, Rimini è il Comune che, in proporzione al numero di residenti, ha ospitato, dall’inizio del conflitto, il numero di profughi più alto della Regione e forse del Paese. I numeri dei rifugiati nella nostra Provincia sono, per intenderci, in linea con quelli della Provincia di Bologna. E mi riferisco al valore assoluto, non in proporzione ai residenti. Un quadro che parla da solo e da cui si possono evincere in maniera chiara gli sforzi che siamo chiamati a mettere in campo di ora in ora e che stiamo cercando di non far mancare a nessuna famiglia, potendo contare, fortunatamente, su un sistema assistenziale strutturato e un terzo settore locale che da subito ha dato prova, ancora una volta, di una straordinaria sensibilità ed efficacia”.

Gianfreda ribadisce che “senza un aiuto mirato da enti sovraordinati, il rischio reale è quello di non poter supportare con la necessaria attenzione e qualità tutte le richieste di soccorso (sacrosante) che stanno arrivando sul territorio riminese. Dinnanzi a un volume così elevato di domande, con le sole forze degli enti locali e della prefettura, rischiamo di aggiungere una crisi a una situazione già di crisi. Il punto della questione riguarda il futuro della comunità ucraina. Se non c’è un’equa distribuzione dei cittadini ucraini tra i territori, i primi a rimetterci sono proprio coloro che per primi dovrebbero ricevere aiuto, sostegno, supporto. Non possiamo permetterlo”.

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