Indietro
menu
le prospettive

Eolico offshore, i chiarimenti di Europa Verde. "Non si può più dire di no"

In foto: Marco Affronte di Europa Verde
Marco Affronte di Europa Verde
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 25 mar 2022 13:46
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Europa Verde di Rimini conferma il favore al progetto dell’eolico offshore al largo di Rimini, puntualizzando anche alcune questioni tecniche che la semplificazione del dibattito rischia di trascurare. A partire dai perché delle distanze e delle modalità di realizzazione dell’impianto, legate a specifiche valutazioni tecniche. E, rispetto a quello originario, ricorda Europa Verde, “Il progetto di Wind 2020 ora prossimo alla fase di VIA, si è adeguato negli anni alle richieste del territorio e potrebbe essere operativo dal 2024: per Europa Verde una prospettiva importante alla luce di quanto sta succedendo con i costi del gas, oltre che per i 700 posti di lavoro stimati.


L’intervento di Europa Verde:

Nonostante la guerra del gas, nonostante le autorevoli opinioni a favore della sua realizzazione, il dibattito pubblico sul Parco Eolico della Romagna continua a rimanere inchiodato sulla questione distanza/panorama da salvaguardare.
Noi di Europa Verde del Comune di Rimini intendiamo fare chiarezza su alcuni punti.
Nella prima proposta si parlava di una distanza di 6 miglia dalla costa (14 km da Rimini), nella seconda 9,5 miglia (18,5 km da Rimini). La distanza minima a 4 miglia di cui si è parlato sui giornali non è mai stata presentata e non si capisce da dove esca.
Ciò detto, la distanza delle prime pale dalla costa non è stata stabilita a caso, né per capriccio. Ci sono motivazioni tecniche e altre legate alla pianificazione marittima.
Una Direttiva europea richiede di pianificare gli usi del mare entro marzo 2021. L’Italia ci sta ancora lavorando, ma la Regione Emilia-Romagna ha compiuto due studi approfonditi. In entrambe vengono individuate sempre e solo due aree per l’eolico offshore. Una delle due è proprio l’area individuata dai progettisti (l’altra è a Ravenna). La pianificazione marittima della Regione Emilia-Romagna è ormai consolidata e gli amministratori locali, così come i rappresentanti delle istituzioni, dovrebbero conoscerla. Queste aree sono già state deliberate dalla Regione e recepite dal Ministero delle Infrastrutture.
Inoltre, se si pensa al secondo progetto, che sta a cavallo delle 12 miglia (linea delle acque territoriali), è difficile che vada più al largo perché oltre ci sono le sabbie relitte che noi estraiamo per il ripascimento delle spiagge, oltre ancora c’è il “canale” della grande navigazione.

C’è anche una questione di costi, è vero, perché la posa del cavo che servirà per trasportare l’energia dall’impianto a terra è la componente più costosa dell’opera. Allungarlo potrebbe provocare l’insostenibilità economica del progetto. Ma la volontà della società proponente di fare modifiche non è mai mancata. Ad esempio per rispondere a una richiesta del Comune di Rimini, il cavo che passerà sotto alla spiaggia adesso sarà posizionato a ben 35 m sotto il livello del suolo.

Un’altra cosa, si sente parlare di pale galleggianti, come se fossero una tecnologia nuova rispetto a quella, definita vecchia, dei piloni piantati nel fondale. Non è così. Dove si può, dove i fondali sono bassi, come da noi, si usano e si continuano a usare i pali. Il galleggiante può consentire di portare i campi eolici molto al largo (e avranno uno sviluppo enorme in futuro). Però è bene sapere che dentro a un parco eolico galleggiante non si può né navigare né pescare (contrariamente a quelli con i piloni), perché i galleggianti che sostengono le pale sono ancorati al suolo con diversi cavi. Chi chiede il galleggiante è disposto a chiudere un ampio tratto di mare alla pesca?
Inoltre i cavi e le ancore “arano” i fondali creando un forte impatto ambientale. In fase di posa, le ancore vengono sparate nel fondale con dei potenti cannoni. Chi parla di tecnologia vecchia riferendosi a quella sui monopiloni, queste cose le sa?

Ovvio chiedersi quali vantaggi porterebbe al Comune di Rimini e al territorio, ma questo va fatto a un tavolo fra la società proponente e i comuni stessi. Sicuramente nuove opportunità lavorative: l’azienda stima circa 700 posti di lavoro per la sua manutenzione e funzionamento, compreso l’indotto e l’apertura di un centro visite a terra, dedicato al mare (magari in una ex-colonia?).

Il progetto di Wind 2020 ora prossimo alla fase di VIA, si è adeguato negli anni alle richieste del territorio, se verrà approvato sarà operativo già nel 2024 e avrà una potenza di 330 MW per una produzione annua di circa 723.000.000 kWhe, pari al fabbisogno di circa 200.000 famiglie (600.000 persone uso civile). Durante il suo ciclo di vita (30 anni) evita il rilascio in atmosfera di 9.340.000 tonnellate di CO2 (anidride carbonica).
Le chiacchiere ormai stanno a zero, la guerra del gas ce lo ha mostrato.
Europa Verde Rimini è fortemente a favore del parco eolico della Romagna, non si può più dire di no.