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vilipendio delle istituzioni

Controlli nel lockdown, presunti insulti sui social al Governo: va a processo

In foto: repertorio
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di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 23 mar 2022 18:05 ~ ultimo agg. 24 mar 12:36
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Durante il lockdown, nel maggio del 2020, aveva postato sul proprio profilo Facebook un video che ritraeva un ragazzino senza mascherina fermato per strada da alcune Volanti. Immagini che poi aveva commentato così: “Non è l’arresto di un superlatitante… ma di un ragazzino senza mascherina. 8 Volanti e 12 poliziotti. Conte vaffanculo tu e tutti i coglioni che hai intorno e che ti sostengono”. E ancora: “…il Governo è formato da imbecilli e le forze dell’ordine sono prive di buonsenso. Vaffanculo al Governo. A chi lo sostiene e a chi ha ancora il coraggio di difendere l’indifendibile”.

Per queste frasi Devis Paganelli, 49enne riminese, è finito a processo con l’accusa di vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate, e il prossimo 23 settembre dovrà comparire in tribunale a Rimini. In quell’occasione il riminese, assistito dall’avvocato Samuele De Sio, avrà modo di fornire la sua versione dei fatti. Nel frattempo, però, ci tiene a precisare che quei commenti volevano essere sarcastici, nessun intento quindi diffamatorio e nessuna mancanza di rispetto nei confronti delle forze dell’ordine.

“Vilipendio alle forze dell’ordine? Surreale sostiene Paganelli -. Il mio post era chiaramente sarcastico così come i commenti. Chi doveva indagare non l’ha fatto. Sono notoriamente amico delle forze dell’ordine, amico di esponenti della Polizia con i quali per altro ho sostenuto progetti solidali, ho collaborato attivamente ad iniziative della Polizia di Stato e coordino miei eventi che hanno ospitato l’International Police Association, che include la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. Per quel che riguarda la mia affermazione sul Governo, rimango della stessa posizione. Ho un opinione e la affermo. E’ un mio diritto. ‘Vaffanculo’ è ormai termine di uso comune e lo stabilisce la Cassazione, questo a meno che la legge non sia uguale per tutti. Beppe Grillo ci fece una campagna elettorale e non mi risulta sia stato messo sotto processo“.