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‘L’Ucraina confina con Rimini’. L’assessore Gianfreda in partenza con la Papa Giovanni XXIII

Kristian Gianfreda

Kristian Gianfreda, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Rimini, partirà martedì per Leopoli, città dell’Ucraina a 70 km dal confine con la Polonia. Insieme all’associazione Papa Giovanni 23, Gianfreda si recherà prima al confine polacco dove si stanno ammassando i profughi e quindi nella città ucraina “per vedere e capire la situazione di chi non può o non vuole scappare”.

Scrive Gianfreda su Facebook: “Si stanno organizzando ora i primi corridoi umanitari. Ora è venuto il momento di riprendere coscienza e zaino per aiutare chi ha bisogno, facendo quel poco o quel tanto che ognuno di noi può fare. Questa è la prima guerra di chi è nato sotto la bandiera della pace e delle armi ha solo sentito dire o raccontare. Leopoli confina con Rimini, Italia”.

Un tema, quello della guerra vista oggi da chi non l’ha conosciuta, a cui Gianfreda dedica un’ampia riflessione: “Quella che si sta combattendo in queste ore ai confini dell’Europa, in Europa, è la prima guerra vista, raccontata e provata nel proprio quotidiano da due generazioni di italiani. Il dolore esce dai libri di storia, da un film e invade tutto il nostro spazio esistenziale anche qui in Italia. Ieri due generazioni di italiani hanno letto e sentito una parola antica e quasi sconosciuta nello stesso tempo: nucleare. Chi ne conosce il significato pensava di averla chiusa per sempre, anni fa, in un baule in fondo al mare; per tanti altri un termine vago, solo evocativo.

Eppure adesso è nelle nostre vite. A Kiev come a Rimini. Questa è la guerra delle due generazioni che hanno conosciuto solo la pace. Ma questo non vuol dire stare in casa riparati nelle proprie certezze, del ‘tanto succede molto lontano da qui’. Tocca a noi, adesso. Sabato e domenica abbiamo riempito le piazze d’Italia al grido di ‘no alla guerra’, abbiamo con le lacrime agli occhi organizzato aiuti e sostegni per le famiglie ucraine, persone che conosciamo, di cui siamo amici. Nella rappresentazione del mondo, dalla pandemia in poi, la voce della comunità nazionale e internazionale è stata forte, potente, sorprendente. Quella voce è forte perché unica ed è forte perché è la somma di milioni di quelle stesse parole. Io sono solo una di quelle voci. Ho deciso in queste ore di aggiungerci gambe e mani”.