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"Solo screzi tra adolescenti"

La preside dell'Alberti: "Fatto grave, ma il bullismo non c'entra"

In foto: La preside dell'Alberti Franca Berardi
La preside dell'Alberti Franca Berardi
di Lamberto Abbati   
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mer 9 feb 2022 22:04 ~ ultimo agg. 10 feb 17:01
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“Il bullismo non c’entra, glielo assicuro”. La preside dell’istituto professionale Leon Battista Alberti di Rimini, Franca Berardi, contattata telefonicamente, smentisce categoricamente che dietro l’accoltellamento di uno studente 15enne (il presunto bullo) da parte di un compagno di classe coetaneo (il presunto bullizzato) ci siano atti vessatori, fisici o psicologici, gravi e ripetuti.

“La vittima non è affatto un bullo, semmai un ragazzino vivace, se vogliamo un po’ infantile in alcuni atteggiamenti – tiene a precisare la dirigente -, che poteva fare dei piccoli dispetti come capita tra adolescenti. Il mio non vuole essere assolutamente un tentativo di sminuire quanto accaduto, ci mancherebbe, ma di rappresentare i fatti per quello che sono. Resta la gravità del fatto, ma ribadisco che il bullismo non c’entra nulla”.  

La preside poi torna su quanto accaduto questa mattina all’interno del laboratorio: “Al momento dell’aggressione erano presenti il professore e tre assistenti, ma nessuno in quegli attimi si era accorto di nulla. Lo studente ferito a un certo punto si è avvicinato al professore mostrandogli la maglietta sporca di sangue. Il docente inizialmente ha pensato ad uno scherzo, poi quando si è reso conto che non lo era, ha subito chiamato i bidelli e i soccorsi. Se ho avuto modo di parlare con l’aggressore? Sì, quando gli ho chiesto perché avesse compiuto un gesto simile mi ha risposto ‘mi dava fastidio, mi dava fastidio…'”.

Il presunto bullizzato, a detta della preside, era un ragazzino introverso, timido, che non aveva mai manifestato disagio o raccontato di particolari problemi con i compagni di classe, “ecco perché quando accaduto, per me, come per i professori, è stato un fulmine a ciel sereno. Il mio pensiero ora va ad entrambi i ragazzi e alle loro famiglie, ai quali la scuola continuerà a stare vicina”.