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pianificava un omicidio

Arrestata banda di pericolosi spacciatori nel Milanese, un componente era stato a Rimini

In foto: L'uscita delle auto dalla questura di Milano
L'uscita delle auto dalla questura di Milano
di Redazione   
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gio 17 feb 2022 14:49 ~ ultimo agg. 18 feb 11:26
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Gli agenti della Polizia di Stato, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Brescia, questa mattina (giovedì) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 20 persone (15 in carcere e cinque agli arresti domiciliari), albanesi e italiani, accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e dall’uso delle armi.

L’operazione, condotta dagli agenti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Milano, è iniziata nel settembre 2019 quando, seguendo un possibile canale di fornitura di droga della piazza di spaccio di Pioltello (Milano), i poliziotti sono risaliti ad un gruppo di albanesi dimoranti in alcuni comuni della Bassa bergamasca. Questa mattina la polizia ha sequestrato 1,4 chili di cocaina, 14 chili di eroina, 100 chili sostanza da taglio, 17.500 euro in contanti e due pistole semiautomatiche.

L’attività è stata svolta con l’aiuto degli uomini delle Squadre Mobili delle Questure di Bergamo, Brescia, Bolzano, Novara, Varese e Rimini. Proprio nel Riminese, infatti, ha vissuto per un periodo uno degli spacciatori albanesi indagati, un 36enne che nel frattempo però ha lasciato il suo domicilio a Montescudo Montecolombo. Quando questa mattina gli uomini della Mobile di Milano, con la collaborazione dei colleghi riminesi, si sono recati nel suo domicilio, di lui non c’era più traccia da tempo.

Secondo gli investigatori, il 36enne era il referente della banda in Riviera. Non a caso aveva acquistato in più occasioni delle grosse quantità di cocaina dall’organizzazione, che poi avrebbe dovuto rivendere sul nostro territorio. Inoltre, stando alle indagini, l’albanese avrebbe pianificato anche un omicidio, che però non era riuscito a compiere perché sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali come misura alternativa alla detenzione e con l’obbligo di non allontanarsi dalla provincia di Rimini.