“Quello della ristrutturazione del Vasco è un progetto di cui il Comune è perfettamente a conoscenza, che è stato più volte al centro di incontri con i loro tecnici, slittato a causa della pandemia che prima ha chiuso gli uffici e poi reso l’iter burocratico meno agevole – precisa l’avvocato Righi -. Sicuramente anche i privati avranno una parte di responsabilità per i ritardi che via via si sono accumulati, ma questo non basta a giustificare un intento truffaldino”. Per quanto riguarda l’acquisto del mobilio, il legale tiene a precisare che “si è trattato di un normale acquisto di cui però non è mai avvenuta la consegna perché il progetto era stato messo in stand-by in attesa di essere depositato”.
Intanto Lucio Paesani, attraverso i social, ha ringraziato le numerose persone che hanno espresso solidarietà a lui e alla sua famiglia. Sull’inchiesta, però, preferisce non entrare nel merito: “Non commento mai i fatti giudiziari – scrive -, l’Italia però è piena di gente che vive di truffe, mentre io, come ogni mattina, mi sono alzato e sono andato orgogliosamente a riempire il carrello della spesa…”.