C’è ancora lui, il “famoso” Rosario De Sisto, 62 anni, meglio conosciuto come “Zio Pio”, a capo del gruppo di pregiudicati campani che dal 2015 ad oggi ha gestito a Rimini, in forma occulta, attività nel settore turistico-ricettivo (bar e alberghi) e prestato denaro a tassi usurari, dal 60 al 90%, ad alcuni imprenditori romagnoli. E’ questa l’ipotesi investigativa formulata dal Comando provinciale della guardia di Finanza di Rimini, guidato dal colonnello Alessandro Coscarelli, che questa mattina ha eseguito due custodie cautelari in carcere, una ai domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, emessi dal gip del tribunale di Rimini, Manuel Bianchi, nell’ambito dell’operazione denominata “Paper Moon 2”.
Secondo il Nucleo di polizia economico-finanziaria, diretto dal maggiore Roberto Russo, gli indagati manifestavano un’elevata disponibilità economica, derivante – come emerso dalle 47 utenze intercettate e dalle 79mila conversazioni analizzate – dalle loro attività illecite. A riprova di ciò anche i 3.500 euro di vario taglio, risultati logori perché occultati in luoghi umidi, probabilmente sotto terra, che la banda avrebbe provato a restituire alla Banca d’Italia per ottenere delle nuove banconote.
Questa mattina sono state eseguite 13 perquisizioni tra le province di Rimini, Forlì-Cesena, Milano, Bari, Avellino e Caserta, ed effettuati i sequestri preventivi di una società e una ditta individuale che avevano gestito nel tempo l’hotel e il bar di Rivazzurra, oltre che di disponibilità finanziarie per 213mila euro. In carcere sono finiti De Sisto e un 50enne casertano, risultati i due personaggi maggiormente di spicco dell’inchiesta. Inchiesta che il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaaad, ha definito di grande rilievo: “E’ importante più che mai – ha detto – tenere altissimo il livello di attenzione verso i tentativi della malavita organizzata di orientare il loro interesse verso territori come il nostro, approfittando anche della grave crisi economica che la pandemia sta alimentando nel mondo delle imprese e aziende, specie della filiera turistica messa in ginocchio nell’ultimo biennio”.