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l'omicidio alla stazione

La gelosia per la moglie e quelle attenzioni di troppo costate la vita a Landicho

In foto: il cadavere sotto la pensilina del bus
il cadavere sotto la pensilina del bus
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 24 dic 2021 14:57 ~ ultimo agg. 26 dic 10:15
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Un uomo divorato dalla gelosia, convinto che la vittima, il connazionale Galileo Landicho, avesse avuto un flirt con sua moglie. Antonio Rapisura, filippino di 51 anni, sposato, tre figli, tuttofare di un imprenditore parente del datore di lavoro della vittima, era ossessionato dalle attenzioni che Landicho rivolgeva alla sua consorte. “Perdonatemi, non volevo ucciderlo”, avrebbe detto al momento dell’arresto.

Antonio Rapisura, 51 anni

I rapporti tra Rapisura e Landicho si erano deteriorati da tempo. Nel marzo scorso il 51enne aveva persino bloccato il connazionale 74enne sul cellulare e nelle chat. Colpa di quel modo di fare un po’ guascone e fanfarone che contraddistingueva Galileo. La moglie dell’omicida ha smentito categoricamente di aver mai avuto una relazione con il 74enne, ma Rapisura ne sarebbe stato convinto. Così, la sera del 21 novembre, ha atteso Landicho alla pensilina del bus di fronte alla stazione di Rimini per una ventina di minuti. Poi, con un coltello con lama ricurva, una specie di roncola in miniatura, lo ha colpito alle spalle. Un fendente secco alla gola, che non ha lasciato scampo al giardiniere, morto dissanguato. Rapisura è fuggito in bici, abbandonata lungo il tragitto verso casa, non distante dal luogo del delitto, si è disfatto dell’arma – a suo dire gettata in un cassonetto e non ancora trovata -, dei guanti bianchi che aveva indossato e del giaccone lungo di colore scuro.

Le minuziose indagini della Squadra mobile di Rimini, diretta dal vice questore aggiunto Mattia Falso, partite dai filmati delle telecamere installate sui bus in transito e in sosta in zona quella sera, hanno permesso di individuare l’assassino. Il fiuto investigativo e le intercettazioni telefoniche hanno fatto il resto, chiudendo definitivamente il cerchio su Antonio Rapisura, che davanti al gip ha confessato il delitto. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.