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si continua a cercare il killer

Dopo due settimane, ancora nessuna svolta nell'omicidio della stazione

In foto: il luogo dell'omicidio e il cadavere a terra @Newsrimini
il luogo dell'omicidio e il cadavere a terra @Newsrimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 6 dic 2021 20:16 ~ ultimo agg. 7 dic 10:40
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Sono trascorsi 15 giorni dall’omicidio di Galileo Landicho, consumatosi alla fermata del bus di fronte alla stazione ferroviaria di Rimini la sera del 21 novembre. Da allora gli investigatori della Squadra mobile di Rimini, diretta dal vice questore aggiunto Mattia Falso, hanno continuato a lavorare giorno e notte per dare un volto al killer del 74enne giardiniere filippino, che da anni vive a Verucchio, ma finora (almeno ufficialmente) la svolta nelle indagini appare ancora lontana. Già, perché gli investigatori mantengono il massimo riserbo su un delitto efferato che ha scosso profondamente la città. Essere uccisi con una coltellata da dietro, tra collo e gola, alle 19.30 di sera, in una zona a quell’ora parecchio trafficata, lascia sgomenti. Per di più se l’assassino sembra essere scomparso nel nulla. Nessuno che abbia visto qualcosa, se non due giovani che hanno raccontato alla polizia di aver intravisto “il giardiniere crollare sull’asfalto e un’ombra dileguarsi nel buio“.

Troppo poco persino per individuare un possibile movente. Landicho era un gran lavoratore, una persona per bene, senza apparenti nemici né ombre nel suo passato. Trascorreva gran parte del tempo libero insieme ai suoi connazionali, che incontrava spesso a Rimini, come aveva fatto la domenica in cui è stato misteriosamente ammazzato in stazione. Gli investigatori della questura continuano a scavare tra i suoi contatti nella comunità filippina, ma al momento non sarebbero emersi sospettati. Anche dagli ambienti della stazione, zona frequentata da balordi, spacciatori e piccoli criminali, non sono venuti a galla elementi significativi. Ecco perché resta sempre viva l’ipotesi del folle, che avrebbe colpito “a caso”, senza una ragione particolare.

Dalla procura bocche cucite. Il pm titolare delle indagini, Luigi Sgambati, si trincera dietro il solito “non ci sono novità, stiamo lavorando”, e in questa fase non potrebbe essere altrimenti. All’appello manca anche l’arma, quel coltello presumibilmente a scatto, dalla lama non di grandi dimensioni, tipo Victorinox, che ha perforato la carotide dell’uomo senza lasciargli scampo. Intanto la nipote di Landicho, la parente più stretta del giardiniere 74enne, che vive a Milano, ha avviato le lunghe pratiche richieste dal Consolato filippino per dare il la al viaggio della salma. Solo quando tutto sarà ultimato, verrà chiesto il nulla osta per la sepoltura nel suo paese d’origine, che sarà comunque preceduta da un funerale a Rimini, dove la piccola comunità filippina sta ancora faticosamente cercando di tornare alla normalità. Landicho era benvoluto da tutti, soprattutto dai suoi connazionali, che ripetono: “Quello che è accaduto è terribile, ma soprattutto non ha spiegazione”. Un giallo sempre più fitto.