Era settembre 2009 quando gli agenti della polizia Locale di Rimini, su ordine della Procura della Repubblica, misero sotto sequestro la pista da ballo, in quanto i tendoni che la proteggevano dalle intemperie, secondo l’accusa, erano stati installati in assenza dei necessari permessi. Nel mirino degli inquirenti finirono in particolare i “tamponamenti” laterali e le coperture che di fatto consentivano di utilizzare l’area di circa 180 metri quadrati, autorizzata come opera di arredo, in pista da ballo e deposito nel periodo invernale. Tende avvolgibili che secondo l’accusa furono montate abusivamente. Invece i legali di Paesani hanno dimostrato non solo che quelle coperture avevano ottenuto le necessarie autorizzazioni, ma, grazie ad un’accurata documentazione fotografica, anche che erano state posizionate e mai rimosse addirittura dal 2003.
Soddisfatto per l’assoluzione Lucio Paesani, che sui social però ha ricordato come in questi anni, per due volte, abbia inutilmente chiesto di poter riutilizzare l’area ricevendo un secco no “perché avrei potuto avere un indebito guadagno proveniente da un illecito. In due anni ho perso 600mila euro di incasso, nonché la possibilità di utilizzare il cuore del locale. Chi mi rimborserà adesso?”, si chiede l’imprenditore. Che ha anche sottolineato come quella decisione lo costrinse a “lasciare a casa 16 dipendenti”.