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di Francesco Pancari

Rimini Calcio, dopo dieci gare il campo dice che…

In foto: I giocatori biancorossi dopo il gol di Tonelli (del momentaneo 1-1) a Budrio
I giocatori biancorossi dopo il gol di Tonelli (del momentaneo 1-1) a Budrio
di Icaro Sport   
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mar 9 nov 2021 18:44 ~ ultimo agg. 10 nov 17:36
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Dopo dieci partite a guidare il girone D sono Rimini e Lentigione, appaiate a 25 punti (vedi la classifica), leggermente al di sopra di Aglianese e Fiorenzuola, che nella scorsa stagione occupavano rispettivamente prima e seconda posizione con 24 e 23 punti. I biancorossi, con 21 gol fatti e 5 subiti (uno solo su azione, due su angolo e due su rigore) fissano, in queste prime dieci gare, il miglior attacco e la miglior difesa del girone.

Numeri importanti dal punto di vista della concretezza e dell’equilibrio che certificano l’ottimo lavoro svolto sia nella costruzione sia nella gestione di una squadra totalmente rivoluzionata rispetto alla passata stagione che in questa prima fase avrebbe potuto pagare qualcosa in termini di risultati rispetto a formazioni più mature nella conoscenza degli automatismi e quindi del gioco da sviluppare.

Dopo sette vittorie consecutive il Rimini cancella l’unico zero presente nella classifica del girone conoscendo la prima sconfitta sul campo del Mezzolara al termine di una gara che, al netto di alcuni errori sia difensivi sia offensivi, i biancorossi avrebbero sicuramente meritato almeno di pareggiare. Ottimo come si diceva anche l’avvio del Lentigione che si conferma la squadra solida e concreta conosciuta nella scorsa stagione, da segnalare che gli emiliani hanno incontrato nei primi 900 minuti di campionato quattro delle prime otto formazioni della classifica
(Ravenna – Seravezza – Prato – Sasso Marconi) mentre il Rimini nello stesso lotto ha incrociato gli scarpini “solo” contro Prato e Mezzolara.

Nei due blocchi da cinque gare il Rimini ha incamerato rispettivamente 13 e 12 punti disputando tre gare tra le mura amiche nel primo gruppo e tre in trasferta nel secondo. I numeri ci consegnano due dati che inducono a riflessione. La prima è quella relativa alla differenza reti tra casa e trasferta. Il Rimini al Neri ha una differenza reti di +14 con 14 gol fatti e zero subiti mentre in trasferta la differenza è di +2 con 7 gol fatti e 5 subiti. A fare la differenza è molto probabilmente il campo perché sul terreno di casa la regolarità e l’ampiezza favoriscono i biancorossi nell’innescare in modo efficace la propria qualità con cambi di gioco e movimenti veloci della palla che consentono ai giocatori più tecnici maggiore libertà nell’affrontare l’avversario per creare superiorità numerica piuttosto che liberarsi per il tiro.

A Budrio (tana del Mezzolara) – giusto per considerare solo l’ultima gara – la formazione di casa, grazie anche a un campo più stretto di 4/5 metri, riusciva a scivolare con efficacia nei cambi di gioco del Rimini raddoppiando e triplicando a volte le marcature sugli uomini chiave della formazione biancorossa e anche a “lottare” con maggiore densità sulle seconde palle spostando la gara sul piano agonistico piuttosto che tecnico. Nel primo tempo il Rimini è comunque riuscito a creare fase offensiva con il proprio gioco e con azioni efficaci che potevano essere sfruttate meglio, la stessa cosa è avvenuta nel secondo tempo ma il modo diverso, diciamo “buttando il cuore oltre l’ostacolo”, con azioni più sporche raggiungendo l’area in modo meno elegante.

La riflessione è su questo tipo di partite, di spezzoni di gare giocate su campi che attenuano l’efficacia dei giocatori di qualità: un’idea potrebbe essere di sparigliare il gioco inserendo due uomini di peso, due “armadi” da 190 con un trequarti per rispondere alla partita con il fisico piuttosto che con la qualità, probabilmente non a inizio gara perché l’equilibrio del 4-3-3 del Rimini è solidissimo e perché significherebbe rinunciare a giocatori efficaci, ma da tenere in considerazione come valore aggiunto per recuperare o chiudere partite sporche.

La seconda riflessione riguarda proprio gli attaccanti. Detto e ribadito che il Rimini con 21 gol fatti è il miglior attacco del girone, che Gabbianelli con sei reti è al secondo posto tra i marcatori dietro a Merlonghi (Sammaurese) e Saporetti (Ravenna), che guidano la specifica classifica con sette centri, e infine che il solo gol su azione subito è anche frutto della fase difensiva e del sacrificio degli attaccanti, lo score dei tre uomini d’area in queste prime dieci gare può essere sicuramente migliorato. Con il volume di gioco espresso in fase offensiva dai biancorossi, quattro gol in dieci partite, di cui due su rigore e due realizzati alla prima stagionale da Tomassini, rappresentano il minimo sindacale.

Germinale, Mencagli e Tomassini possono e devono diventare più “affamati” di gol. La tara dell’impiego uno per l’altro e magari anche della difficoltà a ritrovare il ritmo partita restando fuori qualche gara è tenuta in conto ma qualche gol in più è lecito comunque attenderselo e in fondo, per la generosità con la quale si sono messi a disposizione del gruppo, se lo meriterebbero pure.

Si ragiona sui dettagli certo, i numeri di queste prime dieci sono da applausi ma la sensazione è che questo campionato sarà deciso proprio dalle sfumature e dalla capacità di tirare sempre fuori il massimo da ogni partita.

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Francesco Pancari