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Spaccio tra le mura di casa: il via libera dal balcone e il pitbull come guardiano

una volante della polizia

Chi voleva della cocaina doveva recarsi nel suo appartamento a Rimini. Prima, però, doveva identificarsi. A quel punto lo spacciatore usciva in terrazzo, controllava di persona che si trattasse proprio dell’acquirente e che nelle vicinanze non ci fossero eventuali pericoli, poi apriva il portone. A volte accoglieva il cliente direttamente in casa, altre invece scendeva nell’androne del condominio per perfezionare la cessione. Nell’appartamento restavano la moglie e il pitbull. Un sistema collaudato, quello studiato da un 36enne albanese, già arrestato lo scorso anno dopo essere stato trovato in possesso di una considerevole quantità di cocaina e di una pistola.

Ieri, però, gli uomini della Squadra mobile, che da tempo lo tenevano sotto osservazione, sono riusciti ad intrufolarsi nel palazzo e a nascondersi in attesa che lo spacciatore scendesse per incontrare uno dei clienti. Nel frattempo altri agenti appostati all’esterno informavano i colleghi all’interno dei movimenti del 36enne.

All’arrivo di un nuovo acquirente, l’albanese, dopo aver effettuato il solito controllo dal terrazzo, ha aperto il portone principale per incontrarlo nell’androne. Una volta ricevuto il via libera dai colleghi, gli agenti sono saliti fino all’appartamento dello spacciatore, hanno costretto la moglie a rinchiudere il pitbull in una stanza per evitare di essere aggrediti e le hanno proibito di avvisare il marito. Che all’improvviso è stato circondato da altri poliziotti proprio mentre effettuava lo scambio.

Il 36enne ha urlato a squarciagola per avvisare la moglie della presenza della polizia, poi ha reagito colpendo gli agenti con calci e pugni. Ne è nata una breve colluttazione conclusasi con l’arresto dell’albanese. L’acquirente invece è riuscito a fuggire. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso agli uomini della Mobile di scovare e sequestrare 127 grammi di cocaina, tutto il materiale per il confezionamento e 140 euro ritenuti provento dello spaccio.

L’albanese, irregolare sul territorio, dopo le formalità di rito è stato trasferito in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.