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Appello al consiglio

Bocciatura Ddl Zan, fiaccolata a Rimini. Tonti: le parole non bastano più

In foto: Marco Tonti
Marco Tonti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 28 ott 2021 15:12
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Uno schiaffo in faccia a milioni di persone LGBT italiane, alle donne (in quanto era anche contro le discriminazioni di genere) e alle persone con disabilità“. Così il consigliere comunale di Rimii Coraggiosa Marco Tonti (già presidente Arcigay) definisce la bocciatura arrivata in Senato al Ddl Zan. “L’Italia – prosegue – rimane l’ultimo Paese fondatore dell’Europa a non avere una legge del genere, in contrasto agli altri che ne sono dotati da decenni. È la vittoria del sovranismo estremista che ci spinge verso la Polonia e l’Ungheria con le loro leggi repressive e liberticide, e che invece ci allontana dall’Europa che si è dichiarata a schiacciante maggioranza “LGBT FREEDOM ZONE” (zona di libertà LGBT) inaugurando un programma paneuropeo di potenziamento dei diritti“. Sabato 30 alle 18.30 in piazza Tre Martiri a Rimini, Arcigay e AGEDO hanno indetto una fiaccolata per commemorare le vittime dell’omotransfobia e per chiedere che si intervenga al più presto a tutti i livelli istituzionali perché non ci siano nuove vittime. “Rimini – la Rimini della cultura e del turismo internazionali – non può assistere indifferente alla morte di una legge – aggiunge Tonti – che aveva come obiettivo il contrasto all’odio e alla violenza. In occasione dell’avvio dei lavori del Consiglio chiedo alle forze presenti di schierarsi dalla parte dei diritti dichiarando “RIMINI LGBT FREEDOM ZONE” per far sapere al mondo che Rimini è e sarà sempre una città di civiltà e cultura europea, concretamente dalla parte dei diritti e della garanzia di libertà alle persone LGBT. Non dovrà essere solo una dicitura ma un impegno chiaro, concreto e tangibile, che porti a definire politiche e iniziative attivamente antidiscriminatorie da sviluppare nei prossimi mesi. Per esempio come Coraggiosa e Arcigay abbiamo donato al Comune una panchina Rainbow, vorremmo che la nuova amministrazione accettasse questo dono e lo posizionasse ben visibile per tracciare un solco invalicabile che ci separi dalle discriminazioni. Le parole non bastano più, ora c’è in gioco la vita e il benessere delle persone” conclude.