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Sabato torna al palacongressi di Bellaria la giornata dei volontari IOR

In foto: alcuni volontari IOR
alcuni volontari IOR
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 30 set 2021 11:31 ~ ultimo agg. 11:33
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Sabato 2 ottobre quello che il prof. Amadori definiva come “il popolo dell’Istituto Oncologico Romagnolo” torna ad incontrarsi in presenza in occasione della “Giornata dei Volontari”, il tradizionale appuntamento annuale con cui si celebra il motore pulsante della no-profit: quei 550 volontari attivi e 650 simpatizzanti con impegno saltuario che si spendono ogni giorno, gratuitamente e in maniera completamente altruistica, per portare avanti la missione di lotta contro il cancro sul nostro territorio. Lo farà rigorosamente nel rispetto dei protocolli di contenimento della diffusione della pandemia, ma anche con la convinzione di chi sa che occorrono al più presto segnali di ripartenza e di ritorno alla pratica della solidarietà in presenza: d’altronde il motto “vicino a chi soffre, insieme a chi cura” già racconta quanto sia importante essere fisicamente al fianco dei pazienti nel momento del bisogno.

L’evento rappresenterà come sempre anche l’occasione per fare il punto della situazione non solo dell’attività dello IOR, ma anche per verificare lo stato dell’arte della ricerca e dell’oncologia sia in generale sia con un occhio specifico all’area romagnola. In questo senso si preannuncia di grande interesse l’intervento del dott. Fabio Falcini, Responsabile del Registro Tumori del nostro territorio, che insieme al dott. Mattia Altini, Direttore Sanitario AUSL Romagna, presenteranno una relazione su quanto il Covid-19 abbia impattato sulla lotta contro il cancro in termini di diagnosi e su che basi, in seguito alla pandemia, è stata riorganizzato il network oncologico. La scienza e la sua divulgazione, in un periodo di forti divisioni e di fratture nette nell’opinione pubblica, non può non essere il tema caldo della mattinata: si parlerà infatti anche della figura dei ricercatori che ogni giorno combattono la loro battaglia tra provette e sperimentazioni di laboratorio insieme al dott. Giacomo Miserocchi e alla dott.ssa Marcella Tazzari, giovani professionisti dell’IRST IRCCS di Meldola.

Ma come sempre non sarà solo la ricerca ad essere protagonista assoluta dell’evento: ci sarà anche grande spazio per le emozioni, con le storie più toccanti e le testimonianze struggenti di alcuni dei volontari e professionisti IOR la cui attività è stata più complicata dal difficile periodo vissuto. Tra questi, un intervento di particolare interesse sarà quello di Alma Buonopane, musicoterapista che presta la propria opera presso gli Hospice di Savignano e di Lugo, che racconterà come durante la pandemia sia stata costretta ad esibirsi per pazienti, famigliari e staff presenti in queste strutture nei corridoi e nelle corsie, affinché le note potessero raggiungere ogni stanza delle facility adibite alle cure palliative seppur a distanza. Sul palco saliranno infine anche pazienti oncologici che racconteranno il disagio vissuto in un periodo in cui, da persone con fragilità, oltre alla diagnosi di tumore è stato imposto loro una attenzione maggiore e un isolamento ancor più stringente, per evitare che alla neoplasia si sommassero anche i rischi della pandemia.

«Siamo consapevoli di come non sia facile convincere le persone, in questo periodo storico, ad uscire dalle proprie case per prendere parte ad un evento solitamente molto partecipato – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – ma ci tengo a sottolineare come l’evento si svolgerà in totale sicurezza: come Istituto Oncologico Romagnolo siamo da sempre molto responsabili e partecipi della salute pubblica. Tuttavia, pur consci che probabilmente alcuni dei nostri volontari desisteranno dall’essere presenti, ci tenevamo a confermare comunque questo appuntamento, un po’ per dare un segnale forte di ripartenza ma soprattutto perché la loro opera mai come oggi non va data per scontata: chi si impegna al fianco dei pazienti durante una pandemia butta il cuore oltre l’ostacolo, oltre le mille difficoltà del periodo, dimostrando che la consapevolezza di non poterci permettere di lasciare le persone che soffrono indietro sia una motivazione tale da superare anche le possibili legittime preoccupazioni verso la propria salute. Lo stesso prof. Amadori, i cui insegnamenti sono più vivi che mai in noi, riconosceva che il volontario fosse sempre da ringraziare, poiché dona quanto di più prezioso tutti noi abbiamo: il tempo. Sono sicuro sarà come sempre una bellissima mattinata di scienza, conoscenza e grandi emozioni».