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Per un vero partenariato

Promuovere la cooperazione sociale. Gli incontri del CSR coi candidati di Cattolica

In foto: Consorzio Sociale Romagnolo
Consorzio Sociale Romagnolo
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 28 set 2021 18:02
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Promuovere i valori della cooperazione sociale, l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e continuare a dialogare con la pubblica amministrazione, quella presente e quella che verrà. Sono stati questi i principali obiettivi degli incontri pre elettorali con alcuni dei candidati a sindaco del Comune di Cattolica – Franca Foronchi, Mariano Gennari, Massimiliano Gessaroli – organizzati dal CSR Consorzio Sociale Romagnolo, una realtà di Area Vasta che associa cinquanta cooperative sociali di tipo B per oltre 4000 dipendenti – con una media del 40% appartenenti a categorie svantaggiate – e un fatturato complessivo di oltre 25 milioni di Euro.

L’iniziativa elettorale del CSR si poneva non solo di far conoscere il valore sociale ed economico di ogni inserimento lavorativo e il lavoro svolto dal CSR, ma proporre agli stessi candidati di inserire nei programma elettorale della propria coalizione anche un riferimento diretto alla cooperazione sociale, esplicitando il proprio impegno in vista di un partenariato pubblico/privato sulla base di tre possibilità: la coprogrammazione e coprogettazione, per una partnership tra ente pubblico e Terzo Settore; le gare ex art. 112 Codice Appalti (D.Lgs. n. 50/2016) con quota di riserva per chi integra soggetti svantaggiati; gli affidamenti diretti ex Legge 381/91.


Il resoconto degli incontri trasmesso dal CSR:

L’INCONTRO: LE PAROLE DEI CANDIDATI DI CATTOLICA

Tre i candidati a sindaco del Comune di Cattolica incontrati dal CSR nelle scorse settimane. In ordine alfabetico: Franca Foronchi, candidata a sindaco per il centrosinistra, sostenuta da PD, Cattolica Coraggiosa, Cattolica Futura, Idee in Comune, Europa Verde; Mariano Gennari, candidato a sindaco sostenuto da Movimento 5 Stelle, Siamo Cattolica, Progetto Cattolica; Massimiliano Gessaroli, candidato a sindaco per il centrodestra, sostenuto da Alleanza Civica, Lega e Fratelli d’Italia. Ai tre incontri hanno preso parte, complessivamente, i vertici del CSR: Carlo UrbinatiMassimo Semprini, Direttore Commerciale; Matteo Guaraldi, Coordinatore di Direzione; e diversi rappresentanti della cooperativa COOP134 di Cattolica.

Franca Foronchi ha ascoltato con attenzione le proposte del CSR, in particolare sul tema della coprogettazione e coprogrammazione, e ha garantito la sua sensibilità sulle tematiche affrontate, evidenziando anche come sia importante tutelare e valorizzare le cooperative del territorio. “La cooperazione sociale incarna valori trasversali – ha detto – da difendere a prescindere dalla propria estrazione politica”.

“Rispetto a cinque anni fa – ha esordito Mariano Gennari – l’esperienza maturata nell’amministrazione di Cattolica mi consente di fare i complimenti al lavoro quotidianamente svolto dalla cooperazione sociale sul nostro territorio”. Gennari ha espresso poi preoccupazione in tema di appalti pubblici: “Se un appalto viene affidato con un ribasso eccessivo, chi ci rimette è il lavoratore, perché si erode il suo salario”.

“Siamo aperti al mondo delle cooperative sociali – ha detto Massimiliano Gessaroli, rispetto ai temi presentati dal CSR durante l’incontro – ma la qualità del lavoro merita sempre il primo posto” ha sottolineato il candidato in riferimento al tema degli eventuali affidamenti diretti e agli appalti con quota riservata. “Penso – ha chiosato Gessaroli – che il ‘posto fisso’ vada sempre messo in discussione”.

IL COMMENTO DEL CSR: CARLO URBINATI, PRESIDENTE DEL CONSORZIO SOCIALE ROMAGNOLO

“A partire dagli evidenti vantaggi che caratterizzano l’inserimento lavorativo delle persone “svantaggiate” – racconta Carlo Urbinati, Presidente del CSR – in questi incontri abbiamo sostenuto un ruolo dell’ente pubblico che non si limiti a rapporti di fornitura/erogazione di servizi, ma che si faccia promotore di un vero e proprio partenariato tra pubblico e privato che abbia come obbiettivo una crescita delle Comunità armonica e continua. Abbiamo sottoposto quindi diversi spunti di riflessione a ciascun candidato, per aiutarli a cogliere tutti gli strumenti che le Pubbliche Amministrazioni hanno a disposizione per cercare di mettere al centro dei propri obbiettivi l’inclusione sociale dei propri concittadini”.

“Nei candidati che abbiamo incontrato – conclude Urbinati – abbiamo riscontrato attenzione nei confronti delle nostre proposte: Gennari, come sindaco uscente, e Foronchi, che aveva già amministrato il Comune di Gradara, conoscevano già le possibilità di partenariato pubblico/privato garantite dalle normative; per Gessaroli, invece, l’incontro riteniamo sia stato importante per avvicinarsi a queste tematiche e approfondirle. Poi, ovviamente, ciascuno secondo la sua sensibilità personale e politica, si è impegnato, o meno, a tradurle in fatti”.

TRE PASSI VERSO IL PARTENARIATO PUBBLICO/PRIVATO

Sono tre gli strumenti che, nel panorama legislativo, il CSR ritiene tra i più interessanti in quest’ottica di partenariato:

1) la coprogrammazione e coprogettazione: partnership tra amministrazioni e soggetti del Terzo Settore

Consiste nello svolgere “una istruttoria pubblica allo scopo di identificare il soggetto del Terzo Settore che si possa qualificare come partner dell’Ente Pubblico”. È uno strumento che ha come oggetto la “definizione progettuale di iniziative, interventi e attività complesse condivise dall’ente pubblico” e che comporta la partnership tra amministrazioni e soggetti del Terzo Settore. La coprogettazione costituisce un istituto teso a valorizzare l’esperienza e la vocazione degli enti del Terzo Settore nella progettazione e realizzazione degli interventi, nell’ambito di una procedura comunque caratterizzata da principi di trasparenza, pubblicità e non discriminazione.

In sintesi, si può pertanto affermare che la coprogettazione e il coprogrammazione costituiscono:

• una modalità di affidamento e gestione della realizzazione di iniziative e interventi sociali;

• un metodo per costruire politiche pubbliche coinvolgendo risorse e punti di vista diversi;

• una forma di partnership costruita per sviluppare esperienze innovative da membri di organizzazioni diverse.

2) Le gare ex art. 112 Codice Appalti (D.Lgs. n. 50/2016): appalti con quota di riserva per chi integra soggetti svantaggiati

Il Decreto Legislativo n. 50/2016 prevede la possibilità per la Pubblica Amministrazione di riservare la partecipazione a procedure di gara a favore di determinate tipologie di operatori economici, in particolare quelli che impiegano soggetti appartenenti a categorie socialmente svantaggiate (ex art. 112, comma 2 D.Lgs. n. 50/2016).

Nello specifico, l’art. 112, comma 1 D.Lgs. n. 50/2016, regola un regime particolare che fornisce alla Pubblica Amministrazione la possibilità di riservare il diritto di partecipazione alle procedure di appalto, e di concessione, a favore di laboratori protetti, operatori economici o cooperative sociali e loro consorzi che abbiano quale finalità principale l’integrazione sociale e professionale di soggetti disabili o svantaggiati oppure la riserva di esecuzione nel contesto di programmi di lavoro protetti quando almeno il 30% dei lavoratori sia composto da persone con disabilità o in condizione di svantaggio.

3) Gli affidamenti diretti ex Legge 381/91

La legge n. 381/1991, con lo scopo di creare opportunità lavorative per le persone svantaggiate, consente alle Pubbliche Amministrazioni di riservare l’affidamento di appalti pubblici diretti a cooperative sociali di Tipo B, in deroga alla normativa generale sugli appalti pubblici, purché ricorrano determinate condizioni.

In particolare, l’art. 5 comma 1 prevede che le convenzioni stipulate dagli Enti Pubblici, aventi ad oggetto la fornitura di determinati beni e servizi diversi da quelli socio-sanitari ed educativi, debbano

– essere finalizzate alla creazione di opportunità di lavoro per le persone svantaggiate di cui all’art. 4, comma 1 della medesima legge. Tali persone devono inoltre costituire almeno il 30% dei lavoratori della cooperativa;

– essere di valore inferiore alla soglia comunitaria;

– essere stipulate previo svolgimento di procedure di selezione idonee ad assicurare il rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di efficienza.