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Progetto molto riminese

L'app 'riminese' di Aido lancia la digitalizzazione del terzo settore

In foto: Aido digitale
Aido digitale
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 25 set 2021 14:48 ~ ultimo agg. 15:27
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 AIDO, 1milone e 400mila iscritti, presenta a Rimini una rivoluzione che può interessare tutto il terzo settore italiano ed europeo. Per la prima volta, ci si lasciano alle spalle carta, burocrazia, lunghe e noiose partiche. Da ora ci si può iscrivere all’associazione e firmare il consenso alla donazione di organi e tessuti dopo la morte, scaricando e utilizzando una semplice App, gratuita e compatibile Ios e Android. Per farlo basta utilizzare la propria identità digitale Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o il proprio certificato di Firma digitale. 

Ad occuparsi del programma di riservatezza e sicurezza e di tutti dati raccolti dalla App è l’azienda high-tech riminese Consulenti Privacy. ““L’obiettivo del nostro lavoro era garantire trattamento e sicurezza dei dati raccolti dalla App e abbiamo raggiunto un livello ottimale di il rispetto della privacy sia by design e sia by default. Le indicazioni che il donatore trova nella App sono semplici, comprensibili e lontane dal linguaggio ‘legalese’ – ha spiegato Paolo Rosetti Chief Excutive Officer & DPO di Consulenti Privacy – abbiamo poi realizzato un piano di controllo del servizio back up e di resistenza a eventuali tentativi d’intrusioni. I dati personali richiesti a chi la utilizza, sono solo quelli necessari per la specifica finalità̀ del trattamento e garantiamo rigidamente la privacy di ogni iscritto o donatore, con un sistema informatico in linea con i più elevati standard internazionali. Un progetto che abbiamo svolto grazie alla costante collaborazione di tutto il grande team di volontari AIDO”.    

Sempre da Rimini, arriva un altro importante contributo alla digitalizzazione di AIDO. Maggioli Spa svolge infatti il ruolo di aggregatore degli SPID utilizzati, con il suo nuovo settore dedicato alla cittadinanza digitale. La società di Cesena Studio Romboli Società non Profit, che da più di 15 anni accompagna gli enti del terzo settore in percorsi d’innovazione e sostenibilità, porta il suo contributo per aumentare impatto e valore sociale del progetto AIDO.  

L’iniziativa è stata presentata a Bergamo con una conferenza stampa a cui hanno partecipato la coordinatrice del progetto, Francesca Boldreghini, Direttore della Comunicazione Nazionale di AIDO, Sergio Vesconi, Direttore scientifico della Fondazione Trapianti di Milano e la Presidente Nazionale di AIDO, Flavia Petrin. Con loro al tavolo die relatori, o da remoto, presenti anche i rappresentati delle tre società romagnole.

Di particolare significato il messaggio di saluto arrivato dal ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione DigitaleVittorio Colao: “Faccio i complimenti  per DigitalAIDO, un progetto molto importante per il suo valore etico, per l’importanza della promozione della cultura della donazione di organi, ma anche per me personalmente che sono tesserato AIDO da quando avevo 14 o 15 anni – all’epoca la legge consentiva iscrizione anche ai minori di 18 anni ndr – la digitalizzazione della memoria di quel tesserino per tanti anni conservato nel mio portafoglio, è un segno di continuità ma anche di modernizzazione. Esprimere la propria volontà alla donazione tramite SPID è una nuova opportunità. Gli italiani stanno aderendo sempre di più alla digitalizzazione, sono oltre 24 milioni le identità digitali attive in Italia. SPID non deve essere solo accesso ai servizi di pubblica amministrazione ma anche integrazione nella vita sociale del Paese”. 

“La digitalizzazione del consenso alla donazione di organi prestato con AIDO – ha concluso la Presidente AIDO Flavia Petrin – è uno dei progetti più importanti nella storia cinquantennale dell’Associazione, sicuramente il più importante degli ultimi anni. AIDO si rende capofila della digitalizzazione del Terzo Settore, dando un nuovo significato a SPID e alla firma digitale, che diventano strumenti a servizio non più solo del singolo cittadino, nel suo diritto di cittadinanza digitale, ma della collettività tutta, a tutela di quel diritto alla salute che passa anche attraverso la donazione di organi, tessuti e cellule. AIDO ha saputo raccogliere la sfida della digitalizzazione, lanciata dalla pandemia, con la forza che proviene dai più deboli: gli oltre 8.000 pazienti in lista d’attesa per il trapianto, ai quali AIDO da sempre guarda come suo primo fine”.