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violenze inaudite

Calci in faccia, denti spaccati e abusi alla compagna: 44enne condannato a 11 anni

In foto: repertorio
repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 16 set 2021 14:01 ~ ultimo agg. 17 set 12:46
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Difficile anche solo raccontare cosa ha dovuto subire questa donna, che vive nel Riminese, vittima per lungo tempo di violenze inaudite – fisiche e psicologiche – da parte dell’allora compagno, un 44enne di origine siciliana, condannato questa mattina a 11 anni di reclusione dal tribunale collegiale di Rimini, presieduto dal giudice Adriana Cosenza, per i reati di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate ed estorsione. Accolte le richieste del pm titolare dell’indagine, il sostituto procuratore Davide Ercolani.

La donna era entrata in una spirale di violenze dalla quale ormai le era impossibile uscire. Ogni volta che cercava di ribellarsi, di contraddire il suo aguzzino erano botte, umiliazioni, minacce di morte indirizzate anche alla figlia di lei, erano anche abusi sessuali. Come quando nel febbraio 2020, all’interno dell’abitazione della donna, il 44enne la colpì con un calcio in pieno volto seguito da un forte schiaffo, che le procurò la rottura di due incisivi.

Le violenze fisiche, sempre accompagnate da minacce di morte, erano all’ordine del giorno: la vittima veniva afferrata per i capelli e colpita con uno straccio bagnato per non lasciarle sul corpo segni evidenti. Non solo, in un’occasione l’uomo le strinse la mascella in maniera così energica da farle saltare un dente dell’arcata inferiore. La brutalità dell’ex compagno, come ricostruito dall’accusa, è emersa anche nell’episodio di violenza sessuale denunciato, con la donna trattata come una bambola di pezza e costretta a soddisfare le voglie del suo aguzzino mentre veniva ricoperta di insulti.

La vittima non temeva solo per la sua incolumità, ma anche per quella di sua figlia, oggetto di offese e persino di minacce di morte. Tra i capi di imputazione contestati al 44enne siciliano anche l’estorsione di 8mila euro. Le continue richieste di soldi erano accompagnate da un’opera costante di intimidazione psicologica della vittima, che, temendo di essere uccisa, avrebbe versato contro la sua volontà svariate somme di denaro. In carcere dall’agosto del 2020, per l’imputato questa mattina è arrivata una pesante condanna, accolta dalla vittima con sollievo.