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Calcio Serie D

Rimini Calcio. Presentazione del nuovo DG Franco Peroni

di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 8 minuti
mar 31 ago 2021 10:50 ~ ultimo agg. 1 set 15:18
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Sta già lavorando per il club del presidente Alfredo Rota da diverse settimane, oggi (martedì) è il giorno della presentazione ufficiale del nuovo Direttore Generale della Rimini Calcio, Franco Peroni.

“Sono onorato che il presidente Alfredo Rota mi abbia voluto a Rimini – attacca Franco Peroni, dopo l’introduzione del presidente Rota -. È un progetto ambizioso, complicato per alcuni versi ma direi decisamente entusiasmante vista la piazza che ha molta voglia di calcio e di tornare in palcoscenici che gli appartengono, ma che bisogna guadagnarsi sul campo. Ho chiesto qualche settimana per conoscere meglio la situazione, il presidente mi ha dato subito l’opportunità di essere operativo e ho cercato di sistemare alcuni punti per dare credibilità ad un progetto che già ne aveva. Abbiamo trovato gente che viene dal calcio, che può fare calcio in un certo modo, può dare sostegno a una società che ha bisogno di essere riorganizzata su alcuni punti, ma che già c’è. Avere un presidente come Rota non è un valore aggiunto che capita tutti i giorni perché un presidente onesto che onora tutti gli impegni non capita così spesso in questo ambiente. Con i pezzi giusti e le giuste procedure penso che riusciremo a toglierci grandi soddisfazioni”.

Peroni ha iniziato dal settore giovanile. “Inizio dicendo che il primo pezzo di questo progetto è il settore giovanile, trascurato per alcuni versi: con il direttore Roguletti abbiamo fatto un programma in maniera da attingere concretamente da Rimini per il Rimini. Chiediamo che ci venga restituita la strada. Dobbiamo fare divertire i nostri giovani. Abbiamo dei centri sportivi che non sono agibili e che potrebbero essere utilizzati (primo riferimento al centro sportivo della Gaiofana, ndr). Rimini che ha delle aspettative, la scelta è di ripartire da qua perché il professionismo è prima di tutto uno stato mentale. Riorganizzare tutte le leve a favore di un successo che andremo a cercare sul campo. Sulla prima squadra ho trovato una parte sportiva che è una sicurezza perché il DS, che non scopro io: Andrea Maniero, ha allestito una squadra che è all’altezza degli obiettivi. Certamente non è ancora terminato il mercato, ci stiamo guardando attorno e se ci saranno occasioni saremo pronti a coglierle, ma siamo soddisfatti della prima parte e delle amichevoli che abbiamo fatto. Essere soddisfatti non vuol dire guardare solo il risultato perché ho sentito già alcuni mugugni”.

“Il calcio si compone di due grandi momenti – continua il DG –: il calcio giocato sul rettangolo verde e quello fuori dal rettangolo verde. Su quello fuori cercheremo in tutti i modi di non passare inosservati, cosa nella quale non ci si è riusciti finora. L’amministrazione era un po’ distaccata da questo progetto: cercheremo di rendere partecipe l’amministrazione perché non è possibile giocare a Rimini senza avere un coinvolgimento, sulle strutture, sui campi, sulle tariffe, sulla possibilità di dare a Rimini quella possibilità in più che cerca. Da questo punto di vista speriamo di poter dire la nostra”.

I suo precedenti calcistici. “Io sono un dirigente che si occupa di marketing e comunicazione nelle aziende del gruppo Gabellini. Sono stato già impiegato in questo ruolo quando il Fano era in serie C, ultimo in classifica e iniziammo la grande scalata, dopodiché sono rimasto in azienda perché faccio altro. In quell’occasione volevo ritornare in azienda perché poi sono arrivate delle persone di calcio che la vedevano in altro modo rispetto a me e ho deciso di stare dietro le quinte, non perdendo tutte le conoscenze che avevo maturato nel settore. Alla chiamata di Alfredo Rota ho risposto con grande soddisfazione soprattutto perché abbiamo prospettato insieme un progetto per valorizzare queste leve”.

Il suo arrivo a Rimini anticipa un ingresso in società dell’imprenditore Claudio Gabellini, presidente di quel Fano? “Sono una persona di fiducia di Gabellini: ho la fortuna di avere un rapporto di amicizia con Claudio Gabellini. Tra l’altro con Rota si sta instaurando lo stesso tipo di rapporto. Non sono qua per portare Gabellini, Gabellini è però sicuramente un imprenditore attento che valuta le condizioni di visibilità e mi auguro che sul progetto Rimini Gabellini trovi una valenza. Perché questo vuol dire che avremo fatto il lavoro in un certo modo. Questo potrebbe comportare un suo possibile coinvolgimento. Ma ribadisco: non vuol dire che Gabellini adesso entrerà nel Rimini”.

E il presidente Rota ha già parlato con Gabellini? “Conosco Claudio Gabellini, ma non ho avuto ancora il piacere d’incontrarlo di persona – risponde il numero uno del club biancorosso -. Nell’ultima amichevole lui era presente ma io non c’ero perché in vacanza. Spero presto di potermi confrontare con lui”.

Com’è arrivato al nome di Peroni? “Tramite il DS Maniero, che conosceva già Peroni. Me l’ha presentato e ci siamo incontrati”.

Riprende Peroni. “Di solito direttore del settore giovanile e direttore generale sono collegati. Il progetto messo in campo da Maniero è importante e questo ci onora ancora di più. Soprattutto Andrea (Maniero, ndr) ha ben chiaro qual è il mio modo di lavorare e io ho ben chiaro qual è il suo. Siamo due professionisti che si occupano di un progetto calcistico. Il mio progetto si fonda sulle persone: solo con gli uomini supereremo i colli di bottiglia che man mano si presenteranno. So che Maniero sceglie professionisti nel calcio, ma soprattutto uomini. Questo fa parte anche del mio modo di fare calcio, è la caratteristica di fondo. È stato Andrea Maniero che ha individuato sia il responsabile del settore giovanile che me”.

La sua presenza e quella di Roguletti come responsabile del settore giovanile è una casualità? “Oggi Gabellini non è presente nella compagine sociale, se è quello che mi viene chiesto. Sì, si tratta di una casualità. Maniero ha fatto il corso da direttore sportivo con Roguletti. A Fano avevamo tra l’altro messo in cantiere un progetto che avrebbe potuto prevedere un coinvolgimento anche di Maniero, ma poi, come detto, subentrarono altre persone e non se ne fece nulla”.

Com’è possibile che un uomo di fiducia di un imprenditore come Gabellini venga lasciato libero di lavorare per un altro imprenditore? “I manager hanno un margine di autonomia. Io sono libero dal momento che mi confronto serenamente con Gabellini e posso dirgli: “mi piacerebbe accettare la sfida perché ci sono le carte”. Non c’è un disegno per dire: adesso vai a Rimini, poi vengo io. Questo potrebbe creare un’aspettativa, che se non si dovesse poi verificare creerebbe delusione. Davvero Gabellini e Rota non si sono mai conosciuti”.

Ha avuto altre esperienze nel mondo del calcio, a parte la parentesi di Fano? “Ho avuto altre esperienze indirette nel calcio, ma solo come consulente”.

Prima ha fatto riferimento al centro sportivo della Gaiofana. “Il centro sportivo è un progetto interessante che potrebbe piacere ad imprenditori legati al Rimini. Oggi il nostro compito è parlare con altri imprenditori che abbiano voglia di partecipare a questo progetto. Il centro sportivo della Gaiofana è uno dei classici esempi di spreco all’italiana: un centro sportivo in disuso, in parte obsoleto, che è al momento inservibile. Chiediamo un confronto su questo progetto perché non è possibile che esistano paletti e che non si riesca a sbloccare uno spazio come quello. Diamolo in mano a qualcuno che lo possa fare funzionare. Una promessa che posso fare è che quando faccio una domanda non passa inosservata. Il bando non piove dall’alto, viene realizzato da un’amministrazione. Entro due anni dall’emissione di un bando il bando stesso può essere convertito in un nuovo bando. Chiederemo che ci siano le condizioni perché un parterre di imprenditori possa accedere al bando, possa interessarsi”.

C’è già un parterre di imprenditori interessato? “Lo stiamo costruendo”.

Ancora sulla Gaiofana. “Non esiste un progetto tecnico, esiste un progetto sportivo nel quale la Gaiofana può essere utile. Esistono anche diversi progetti. Sono in corso una serie di colloqui con tutti i candidati. Penso che questo progetto Rimini desti curiosità, è importante capire per i candidati qual è la nostra idea. Adesso potremmo avere molti sì, poi vedremo se saranno sì veri. Vedremo gli step attraverso i quali un progetto così importante potrà essere rimesso in pista. Oltre alla Gaiofana in questa città ci sono altri spazi, quindi non vorrei limitarmi nell’insistere troppo con la Gaiofana perché non conosco se ci siano delle cause a monte ostative che finora non abbiamo trovato. Abbiamo sul tavolo anche altre idee. Quella sulla Gaiofana è quella più ambiziosa, la Gaiofana è matura per essere sbloccata, ma se è ferma un motivo ci sarà. Ci sono situazioni che non vengono attuate perché non c’è dialogo ma che potrebbero essere più funzionali al Rimini. La caratteristica dovrebbe essere: cose raggiungibili. Piccole cose tangibili per la Rimini Calcio. Vedo altre cose che potrebbero essere messe in pista più velocemente. Sempre che quanto detto nei colloqui fatti vengano mantenuti dopo le elezioni. Noi parliamo con tutti”.

Tra gli imprenditori interessati al progetto della Gaiofana c’è Gabellini? “Gabellini non è interessato al progetto della Gaiofana di per sé”.

Perché è partito dal settore giovanile? “Perché in riferimento al settore giovanile abbiamo trovato una realtà un po’ lasciata a se stessa. Determinate persone legate al settore giovanile hanno fatto altre scelte, certe persone di calcio non hanno saputo cogliere il valore che il Rimini ha messo sul settore giovanile. Abbiamo dovuto farlo capire con quelle che sono le linee guida del calcio, ma soprattutto dal punto di vista umano. Noi abbiamo un settore giovanile grazie a Rota, e noi lavoriamo su linee guida elaborate insieme al presidente Rota”.

Come vede il rapporto con i tifosi, non certo idilliaco? “Non vedo così devastante il rapporto con i tifosi, con il pubblico. Lo vedo molto abbandonato a se stesso, come se non ci fosse stata comunicazione fra le parti. È giusto che il tifoso critichi la società se non c’è una trasparenza sugli obiettivi e se non ci sono risultati sul campo. Partiamo col settore giovanile, ma se la prima squadra non ottiene risultati tutto il resto non è più così importante. È un gatto che si morde la coda, il collegamento è per forza di cose la comunicazione. Ho trovato molta polemica, ma la situazione di base è la mancanza di comunicazione. Tutte le persone legate alla Rimini Calcio parlavano fuori senza un collegamento diretto, senza avere un ruolo nella Rimini Calcio. E ognuno dava la sua versione. Non è così che si fa in una società professionistica”.

Chi è il responsabile delle scelte in casa Rimini Calcio adesso? “Dopo di me il referente è il direttore generale” risponde Rota.

Peroni aggiunge. “Ringrazio ancora una volta il presidente per la fiducia. Io ho un ottimo rapporto con Maniero. Sono arrivato e ho trovato già un progetto sportivo in atto. Rispondiamo sia io che Andrea Maniero. Alla domanda: la critica a chi va rivolta in caso di partite perse? La mia risposta è: alla società. Si vince e si perde assieme”.

Ha detto che ha prima di tutto sistemato alcune cose. Quali? “Il punto era la proceduralità con la quale venivano prese le decisioni: tutto arrivava all’attenzione del presidente, che fa un altro lavoro. La nuova proceduralità ha reso tutto più snello. Non ho riscontrato la necessità di cambiare figure se non nel reparto medico, ma più che altro per raggiungere la disponibilità che ci occorreva. Abbiamo dovuto fare un cambio congeniale alle nostre esigenze: questo ci permette di avere un’operatività di un certo tipo”.

Ci sarà il ritorno di Pasquale Contento. “Pasquale Contento diventa supervisor. Il giocatore che decide di venire a Rimini ci viene per una città di un certo tipo, per una società di un certo tipo e per uno staff medico di un certo tipo. Questo senza nulla togliere a che c’era prima. Semplicemente è un cambiamento di modo”.

Presidente, c’è qualcosa che non rifarebbe in merito alla partita ripescaggio, poi conclusasi in un nulla di fatto? “Sicuramente ho fatto un errore, preso dall’entusiasmo, dalla convinzione di poter iscrivere la Rimini Calcio alla serie C – risponde Rota -. Non rifarei l’annuncio, ma lo comunicherei a cose fatte”.

Peroni dice la sua sul tema. “C’era da fare prima un passo a livello di condizione mentale. C’erano le condizioni economiche, non c’erano invece le condizioni mentali necessarie per fare una categoria professionistica. L’assenza di vision globale non permetteva di mettere in luce certi aspetti, o almeno certe mie idee. Non faremo errori? Li faremo. Quello che cambia è che i rapporti hanno una valenza molto più ampia e ci permetteranno di evitare troppi errori”.

Sul rapporto con i tifosi. “Abbiamo individuato una figura, quella dello SLO, per avere un confronto e per prendere decisioni in determinati momenti confrontandoci con i tifosi. Ho trovato da Rota apertura a poter andare incontro a quest’esigenza che avevano i tifosi che avevano pagato l’abbonamento l’anno scorso senza poi poterne usufruire. Ho constatato che i tifosi non avevano un confronto con la società, lo avevano solo sui social. Ho trovato una parte dei tifosi divisa al suo interno sulla voglia di venire in sede”.

Ci sarà anche la figura del club manager. “Il club manager verrà presentato nei prossimi giorni: si occupa della parte tecnica sportiva al fianco di Maniero e farà da ponte sulla parte organizzativa con la parte che seguo io”.

La diretta dalla sala stampa dello stadio “Romeo Neri”:

La conferenza stampa sarà trasmessa su Icaro TV (canale 91) questa sera (martedì) alle ore 20:35.