Indietro
menu
Categorie preoccupate

Green Pass. Indino: sollevare i locali dalla responsabilità dei controlli

In foto: Gianni Indino
Gianni Indino
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 2 ago 2021 17:17 ~ ultimo agg. 17:18
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Con l’avvicinarsi del sei agosto, data di entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass per accedere ai tavoli interni di bar e ristoranti, il presidente della Confcommercio riminese Gianni Indino lancia un appello alla luce delle preoccupazioni che arrivano dalle categorie. “I controlli – dice – devono rimanere in capo alle forze dell’ordine come avviene ad esempio per la guida”. Indino evidenzia infatti come i gestori dei bar e dei ristoranti non siano pubblici ufficiali ed è “impensabile che, con l’attività frenetica che caratterizza questi locali, titolari e dipendenti possano mettersi a chiedere alle persone di esibire il loro Green Pass e ancor meno a fare i controlli incrociati con i documenti di identità

L’intervento di Gianni Indino

Si avvicina a grandi passi il 6 agosto, data in cui entrerà in vigore l’obbligo di Green Pass per i clienti dei pubblici esercizi che si vorranno sedere al tavolo all’intero dei locali. Una data che è diventata uno spauracchio – spiega il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indinovissuta con apprensione dai gestori di ristoranti, pub, pizzerie e bar del nostro territorio, perché oltretutto arriva in concomitanza con i grandi flussi del mese di agosto. Le domande che arrivano più frequentemente in Confcommercio sono legate alla preoccupazione di dover dedicare del personale ai controlli all’ingresso e di dover avere la “faccia” per allontanare le persone che ne sono sprovviste o che per qualche motivo non riescono ad esibirlo, anche solo perché ad esempio, gli si è scaricata la batteria del telefono o hanno lasciato la stampa in hotel. Ci sarà di sicuro da trovare da discutere.
I gestori dei bar e dei ristoranti non sono pubblici ufficiali e come tali non possono assumersi responsabilità che spettano ad altri. È impensabile che, con l’attività frenetica che caratterizza questi locali, titolari e dipendenti possano mettersi a chiedere alle persone di esibire il loro Green Pass e ancor meno a fare i controlli incrociati con i documenti di identità. FIPE-Confcommercio si sta battendo in questa fase di conversione in legge del Decreto, affinché si possano semplificare le procedure che sollevino i titolari dei locali da ogni responsabilità. Non possiamo prenderci anche questa responsabilità, per di più in pieno mese di agosto. Pensiamo che i controlli debbano rimanere in capo alle forze dell’ordine come avviene ad esempio per la guida: se ti trovano senza patente sanzionano e colpiscono il trasgressore; allo stesso modo dovrebbe funzionare con Green Pass e pubblici esercizi.
Al momento la legge ce lo impone e come abbiamo sempre fatto, ci adegueremo, ma i problemi non mancheranno, sia per quel 30% di locali che non ha spazi esterni, sia per chi ha un dehors e ha capienza anche all’interno: non sfruttarla significherebbe penalizzare ulteriormente l’azienda. Quella del Green Pass per i locali al chiuso è una scelta incompatibile con il nostro modello di turismo, che comporta flussi altissimi limitati in pochissimo tempo. Stiamo lavorando a tutti i livelli affinché nelle prossime ore si possa trovare una soluzione più consona alle esigenze dei gestori di pubblico esercizio, che già hanno pagato dazio a sufficienza a questa pandemia”.