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Dati fondazione Gimbe

Nuovi casi ogni 100mila abitanti: Rimini quarta provincia in Italia

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 29 lug 2021 12:49
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147 nuovi casi covid ogni 100mila abitanti tra il 21 e il 27 luglio in provincia di Rimini. Peggio in Italia fanno solo Caltanissetta (272), Cagliari (257) e Ragusa (193). E’ uno dei dati del monitoraggio della Fondazione Gimbe.
Nel Paese la settimana 21-27 ha visto 111 decessi (+46,1%), 24 ricoveri in più in terapia intensiva (+14,5%) e 417 in più in reparto (+34,9%) con 31.963 nuovi casi (+64,8%). “Continuano a salire – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali, sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi”. Infatti, a fronte ad un’impennata del rapporto positivi/persone testate – dall’1,8% della settimana 30 giugno-6 luglio al 9,1% di quella 21-27 luglio – la media mobile dei nuovi casi ha subito una flessione nell’ultima settimana. “In altre parole – continua il Presidente – il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati: di fatto siamo entrati nella quarta ondata”. Per quanto riguarda i vaccini al 28 luglio il 63,6% della popolazione italiana ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 52,3% ha completato il ciclo vaccinale. In lieve calo il numero di somministrazioni, con una media mobile a 7 giorni di 528.285 inoculazioni al giorno. “Il numero di somministrazioni giornaliere – precisa Cartabellotta – stabile ormai da settimane, non riesce a decollare sia per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale per le prime dosi, sia per la limitata disponibilità di quelli a mRNA”. In particolare, AstraZeneca viene impiegato quasi esclusivamente per i richiami (99,3% delle somministrazioni nell’ultima settimana); le somministrazioni di Johnson & Johnson sono ormai esigue (nell’ultima settimana poco meno di 4 mila al giorno a fronte di oltre 944 mila dosi “in frigo”). “In questo scenario – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – nell’ultima settimana si registra un lieve incremento della percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate, che tuttavia si attestano a 801 mila (21,5% del totale), in picchiata rispetto alle oltre 2,9 milioni di prime dosi della settimana 7-13 giugno (73,8% del totale)”. A preoccupare la Fondazione è il fatto che a fronte della diffusione della variante delta che si avvia a diventare prevalente, quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (2,06 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose). Sul rientro a scuola, GIMBE ritiene che se la riapertura delle scuole in presenza al 100% deve essere l’obiettivo prioritario del Paese puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali è rischioso visto che la quantità di vaccini a mRNA non è sufficiente per ampliare a breve termine la platea dei vaccinandi inoltre, un’adesione rapida e massiva degli under 19, richiederebbe una rimodulazione delle priorità della campagna vaccinale col rischio di fermarsi al di sotto di quel 60-65% stimato dal Commissario Figliuolo “anche per l’esitazione vaccinale di maggiorenni e genitori dei minorenni legata alla percezione di un irrisorio rischio individuale della malattia tra i più giovani”. “Pur riconoscendo nella vaccinazione di massa la via maestra per tornare a scuola in sicurezza – conclude Cartabellotta – è assolutamente indifferibile affrontare tutte le criticità emerse durante lo scorso anno scolastico che hanno ostacolato, e spesso reso impossibile, un adeguato svolgimento delle lezioni in presenza. Dall’idonea areazione e ventilazione dei locali, a efficaci strategie di screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico, da nuove regole per i trasporti locali allo scaglionamento degli orari di ingresso. Anche perché, per gli studenti under 12 non è ancora disponibile alcun vaccino”.