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Malessere Rimini di Francesco Pancari

di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 20 lug 2021 23:03 ~ ultimo agg. 21 lug 19:30
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Siamo qui adesso. Ancora una volta siamo dove non vorremmo mai essere e però ci siamo, come la nostra storia, fatta spesso di delusioni, racconta. Lo conosciamo, è il “tafazzismo” del quale siamo affetti, è la nostra consueta capacità lesionista, prodotta o autoprodotta poco importa: è il malessere Rimini.

Tempo fa, citando il gol più bello, quello di Saltutti in Rimini-Sampdoria, sparito poi nella nebbia che costrinse l’arbitro a sospendere l’incontro, scrissi che la storia del Rimini ha dinamiche astrali complicate, che per capirci bene bisognerebbe farsi aiutare da Antioco, Tolomeo, Teuco, qualcuno che ci spieghi perché se una cosa deve andare male c’è sempre di mezzo il Rimini.

L’illusione e la delusione in fondo sono la nostra identità più vera, mai una gioia, lo sappiamo e dopo quest’ultima vicenda la convinzione – che a unirci, a tenerci insieme, almeno nella radice più profonda, sia proprio questo, anche se a qualcuno può apparire un controsenso – ne esce rafforzata. Se ci pensate bene venivamo dal novantesimo dell’ultima stagione con la passione sopita, addormentata, annichilita, con la pace dei sensi vicina e invece, toh, l’illusione, vissuta con lo stupore di chi pur conoscendosi non si arrende all’evidenza, poi il solito gioco astrale e la delusione amarissima, con la frustrazione seguente che in fondo assieme al godimento sono i due unici veri, sinceri stati d’animo del tifoso del pallone.

Alla fine la delusione è la nostra ispirazione magnifica, il nostro punto di arrivo, quello che ancora una volta ci risveglia, ci compatta e unisce.

Chi ha vissuto solo l’ultima epoca, i più giovani, di quest’ultima delusione potranno anche farsene una ragione in fretta, ma chi ha vissuto molto più Rimini sa che c’è dell’altro, sa che ci siamo nutriti, che siamo sopravvissuti, anche grazie a queste delusioni.

Il valore della delusione sta nell’emozione che crea tra i tifosi, e va bene, forse avevamo bisogno di questo dopo l’ultimo periodo per sentirci di nuovo vivi come tifosi. Stiamo cercando spiegazioni plausibili e legittime per quest’ultima delusione di un ennesimo giro perso; già il giro.

Perché il giro è tutto, nel pallone così come nella vita, le occasioni arrivano e cerchi di prenderle, poi vedi cosa succede, se funziona, se non funziona, se riesci, se non ci riesci, però le vivi e come tifoso non riesci a smarcati dalle opportunità.

E i dati di fatto non contano, sono solo presente, per il tifoso è invece inutile restarci troppo male, siamo noi questi, e poi… forse tutto dipende davvero dalle congiunzioni astrali.

Francesco Pancari