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Fra No-Vax e Boh!-Vax

di Giovanni Tonelli   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 26 lug 2021 12:35
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Con i no-vax è inutile discutere. Dell’antivaccinismo fanno una marca identitaria. Dunque sono inconvicibili.

Le loro teorie su complotti, Ufo, Bill Gates, 5G, annientamento della popolazione, sono perlomeno singolari e fantasiose, ma seducono gli esitanti più di quanto si creda, per cui da 3-5% in periodo non pandemico, oggi sono quasi il 7-10%.

Poi ci sono i boh!-vax, i confusi, gli incerti che da un 10-15% sono diventati oggi il 20-25%. Sono il frutto di tante paure, alimentate da una scienza che di fronte a elementi nuovi, giustamente discute, ma lo fa con troppi protagonismi e asserzioni, quando spesso dovrebbero essere solo ipotesi. Poi ci si mettono i media (soprattuto i social, ma anche la grande stampa), ben alimentati da tante fake news, bufale, che ampli_cano, senza controlli, creando nuove paure.

Eppure la gente si imbottisce di farmaci, senza sapere di essi i potenziali rischi. “ Statisticamente un’aspirina ha un numero di reazioni avverse superiore di 2500 rispetto al vaccino” (professor Andrea Grignolio, Università Vita-Salute San Raaele di Milano) ma nessuno se ne preoccupa; 4 casi di trombosi ogni milione di pazienti mettono in discussione un vaccino, ma chi si agita se le pillole anticoncezionali ne procurano da 500 a 1200 ogni milione?

Ultimi, ma, diciamolo, “non se ne può più”, i politici, soprattutto dell’estrema destra, i nuovi virologi, che per un pugno di voti, buttano a mare lo sforzo comune. Salvini: “ Mettiamo in sicurezza dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve”. Francesco Lollobrigida (FdI) “ Non consiglierei a nessuno sotto i 40 anni di fare il vaccino”.

Credo che a questo punto quel 70% che si fida di chi sta portando da un anno e mezzo il peso maggiore della situazione, dovrebbe cominciare ad alzare la voce. C’è in ballo la salute di tutti e anche un bel pezzo di futuro. Chi è più grande fra noi ci ricorda il problema delle vaccinazioni al tempo del vaccino contro la poliomielite quando, per paura di vaccinare, sono state condannati migliaia di bambini a morire o a essere disabili per tutta la vita.

Sulla obbligatorietà, poi, non si dovrebbe ricorrere alle leggi se la nostra società attraverso la scuola educasse al senso civico, cioè a rispettare i diritti degli altri, una forma riduttiva rispetto al monito cristiano « amerai il prossimo tuo come te stesso». Ognuno avrebbe teoricamente il diritto a rinunciare al vaccino, però dovrebbe ritirarsi a far l’eremita, perché se non è vaccinato e si infetta può infettare altri che a loro volta possono infettarne altri ancora.

E può infettare chi non si è vaccinato, non per proprio capriccio, ma per ragioni mediche: è chi – circa il 5% – anche volendolo non può vaccinarsi. Ancora più importante se chi non si vaccina ha attività che lo espongono al pubblico (sanità, scuola, servizi pubblici), in primis agli ammalati. In altre parole, la mia libertà d’azione termina quando lede la libertà degli altri.