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sequestrati i cellulari

Violenza sessuale di gruppo in spiaggia, gli indagati sono cinque

In foto: repertorio
repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 10 giu 2021 12:37 ~ ultimo agg. 20:01
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Sono cinque, tutti minori, gli indagati per la violenza sessuale ai danni di una 15enne del Riminese che domenica scorsa, intorno alle 23, ha denunciato di aver subito degli abusi in spiaggia, all’altezza della ruota panoramica, da parte del gruppo. Ieri la Squadra mobile della questura di Rimini, diretta dal vice questore Mattia Falso, ha inviato alla procura minorile di Bologna una relazione di quanto accaduto quella sera.

Sulla vicenda c’è ovviamente il massimo riserbo, sia perché si tratta di minorenni, sia perché le indagini sono ancora nella fase iniziale. Gli investigatori hanno ricostruito in parte quei momenti convulsi: la vittima si sarebbe appartata volutamente con un amico in spiaggia per scambiarsi delle tenerezze quando all’improvviso si è ritrovata circondata da altri quattro ragazzini che lei conosceva di vista. Sono stati attimi concitati, in cui la 15enne sarebbe stata costretta a subire o a compiere atti sessuali. I ricordi della ragazzina sono confusi, parziali. Lo shock è stato grande, come l’umiliazione provata nelle ore e nei giorni successivi. Gli agenti hanno cercato di aiutarla a ricordare, ma lei si è chiusa in un comprensibile mutismo.

Gli indagati, anche loro 15enni, sono tutti ragazzini di buona famiglia, che non provengono da contesti di degrado, anzi. Probabilmente non hanno compreso di essere andati oltre, di aver oltrepassato il limite, di aver forzato la 15enne a fare cose che lei assolutamente non voleva fare. Per cercare di fare luce su quello che ad oggi è a tutti gli effetti un abuso di gruppo, gli investigatori hanno sequestrato i cellulari e i computer degli indagati. La vittima conosceva bene soltanto l’amico con cui si è appartata inizialmente, con gli altri quattro invece ci sarebbe una conoscenza meno approfondita, nata sui social. Ecco perché la Squadra mobile spera che dalle conversazioni online e dalle chat dei loro cellulari possano spuntare indizi in grado di dare una svolta alle indagini.