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Martedì diretta su Icaro 211

Una seduta del Consiglio sull'Anfiteatro Romano. Renzi: impegno da quasi 30 anni

In foto: i resti dell'anfiteatro
i resti dell'anfiteatro
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 17 mag 2021 18:09 ~ ultimo agg. 18:36
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Martedì alle 19 il Consiglio Comunale di Rimini si riunirà per una seduta tematica sull’Anfiteatro romano. La seduta sarà trasmessa in diretta su Icaro 211, canale 211 del digitale terrestre.

A presentare la mozione “per richiamare le azioni svolte dagli anni 90 per la valorizzazione dell’Anfiteatro romano, fino ad allora dimenticato e sconosciuto”, è stato Gioenzo Renzi. In vista della seduta di domani, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia ripercorre le tappe della campagna per valorizzare i resti della struttura. Un impegno che parte da lontano: era il 1994 quando Renzi presentò la prima interrogazione in merito.


L’intervento di Gioenzo Renzi:

Ricordo:

-l’importanza storica dell’Anfiteatro romano, risalente al II° Secolo d.C. capace di ospitare sui propri spalti fino a 10.000-12.000 persone, scoperto nei sondaggi del 1843-44 dal grande storico riminese Luigi Tonini e riportato parzialmente alla luce con la campagna di scavi svoltasi dal 1926 al 1939 sotto la direzione del Soprintendente alle Antichità, Salvatore Aurigemma;

-le distruzioni delle arcate superstiti appena restaurate, causate dai bombardamenti anglo-americani del novembre 1943 che colpirono pesantemente l’Anfiteatro;

-l’area archeologica, nel 1946, ridotta a discarica di macerie urbane e poi ad insediamento dell’Asilo Svizzero (CEIS) con 13 capanne ”provvisorie” in legno, sostituite in parte anche da fabbricati in muratura di 3 piani, con i pilastri di cemento armato gettati sopra i muti dell’anfiteatro e a ridosso dei torrioni e delle mura romane e medievali;

-le macerie portate via solo negli anni 60 con un programma di restauro dell’Anfiteatro, sotto la guida del Soprintendente Mansuelli.

Davanti a questo monumento ignorato, testimonianza rilevante della storia romana di Rimini, ho richiamato l’attenzione delle Amministrazioni Comunali per la valorizzazione e la riscoperta dell’Anfiteatro romano, con il seguente impegno consigliare trentennale:

  • l’Interrogazione del 1.12.1994 per realizzare il percorso pedonale nel verde tra la Via Roma, Via Settimia, Via Anfiteatro, al fine di consentire ai riminesi e turisti di avvicinarsi all’Anfiteatro, attuato 4 anni dopo, nel 1988, dal Sindaco Giuseppe Chicchi;

  • la Mozione approvata il 27.7.2000 dal Sindaco Ravaioli e dal Consiglio Comunale, all’unanimità, con cui si chiedeva alla Giunta di individuare un’area per il trasferimento del Ceis, per valorizzare l’Anfiteatro, consentire la ripresa degli scavi archeologici e riportare alla luce la parte interrata dell’Anfiteatro;

  • l’interrogazione del 27.7.2000, gli esposti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti contro la costruzione di una manufatto in cemento armato, ad uso palcoscenico, al centro dell’Anfiteatro, con conseguente accertamento delle responsabilità personali, dei danni, e la parziale demolizione;

  • le interrogazioni del 21.6.2001 e del 22.11.2001 per l’acquisizione e rimozione dell’autolavaggio e della stazione carburanti ”Esso”, dismessa nel 1994, sulla Via Roma, per liberare l’ingresso principale dell’Anfiteatro;

  • la seconda Mozione, respinta il 18.2.2016, dal Sindaco Gnassi e dalla sua maggioranza, che richiedeva alla Giunta, di valorizzare l’Anfiteatro romano, di individuare un’area per il trasferimento dell’Asilo Svizzero, di riprendere gli scavi archeologici con la demolizioni degli edifici soprastanti.

Sottolineo che:

-l’area demaniale e archeologica dell’Anfiteatro romano è tutelata dal vincolo archeologico del 1913 e in particolare dal vincolo monumentale del 1914 che vietano qualsiasi costruzione;

-le costruzioni realizzate sopra l’Anfiteatro sono incompatibili con i suddetti vincoli, anche se autorizzate dalle Amministrazioni Comunali, come il casermone di cemento armato di tre piani (interrato, rialzato, primo piano) con una superficie di 350 mq.;

-è contraddittorio difendere il ruolo pedagogico e culturale del Ceis e opporsi al recupero di un Bene Culturale, l’Anfiteatro romano, cercando di perpetuare le sovrastanti costruzioni, non solo provvisorie in legno, ma addirittura in cemento armato e non “condonabili”;

-l’Anfiteatro e l’Asilo Svizzero sono due strutture “inconciliabili”, che il Ceis si può trasferire in un’area più adeguata dell’attuale, con la ricostruzione eco-compatibile del villaggio, per continuare la sua attività educativa e per dare respiro a tutta l’area dell’Anfiteatro;

-la campagna di scavi per riportare alla luce la dimensione della struttura originaria del nostro Anfiteatro romano, con i suoi 2000 anni di storia, ampio quasi come il Colosseo, susciterebbe l’interesse mondiale e il richiamo turistico per la città;

Chiedo, pertanto:

  1. il rispetto e la valorizzazione dell’Anfiteatro romano, un Bene Culturale “mortificato” da oltre 70 anni, che testimonia le origini, la storia, l’identità della nostra città;

  2. l’attuazione delle previsioni urbanistiche, prima del PRG e recepite nel PSC-RUE, testualmente, con “il progetto che deve completare lo scavo e la messa in valore dei resti archeologici di epoca romana attraverso la demolizione degli edifici sovrastanti e la delocalizzazione delle relative funzioni di interesse pubblico”;

  3. l’individuazione di un’area adeguata per consentire il trasferimento del Centro Educativo Italo Svizzero, salvaguardando il suo ruolo e la sua attività;

  4. il conseguimento di questi qualificanti obiettivi, stabilendo: tempi attuazione, modalità di intervento, reperimento delle risorse finanziarie pubbliche, locali, ministeriali, europee, sponsor privati;

  5. il restauro, nel frattempo, delle mura romane e medievali, dei torrioni, adiacenti all’Anfiteatro, antistanti l’area ex “Padane”, lungo la Via Settimia, che si trovano in uno stato di abbandono e degrado, per la dignitosa immagine delle Mura urbiche verso il mare.