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lungo il percorso risistemato

Sentiero Rio Melo. Il WWF evidenzia tante criticità

In foto: R.Melo e R.Besanigo da Via Venezia a Coriano 18.4 (15)
R.Melo e R.Besanigo da Via Venezia a Coriano 18.4 (15)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 25 apr 2021 09:44
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Sono diverse le criticità che gli ambientalisti del WWF locale hanno colto lungo il sentiero del Rio Melo, sistemato da alcuni volontari e che il comune di Riccione, a breve, per il tratto di competenza, intende legittimare con una serie di interventi.

Il prolungamento del sentiero nel comune di Coriano – scrivono -, nei termini improvvisati, soggettivi e discutibili in cui è avvenuto, costituisce una novità che ha pochi precedenti”. La prima criticità è il nome: “Sentiero del Rio Melo” è errata in quanto il tracciato, dalla confluenza all’altezza della ex fornace di via Murano, segue il Rio Besanigo e non il Rio Melo.

Ma non è solo un aspetto formale a preoccupare gli ambientalisti: “La realizzazione di una pista ciclopedonale in aree sensibili come quelle fluviali e agricole, caratterizzanti gran parte del tracciato Riccione-Coriano non può essere lasciata alla improvvisazione e all’entusiastico impegno di volontari. Sono evidenti i danni apportati dall’apertura del sentiero nel pieno delle coltivazioni, così come mascherine e rifiuti abbandonati dagli utenti già scandiscono il cammino”. Inoltre un intervento impattante sull’ambiente fluviale e sulle coltivazioni deve seguire una precisa prassi, di fatto del tutto ignorata, che include nell’ordine studi preliminari, accordi con i proprietari dei terreni e progettazione esecutiva.

Il WWF spiega che nello studio preliminare sarebbero dovuti essere coinvolti naturalisti qualificati, botanici, zoologi e agronomi in particolare e avere il consenso dei proprietari, “del tutto ignorati“. “L’entusiasmo dei promotori del sentiero si è concretizzato in una azione legalmente impugnabile e in gravi errori pratici. Gran parte del tracciato a monte dell’autostrada verrà ricoperto dalle acque di piena, trasformando il sentiero in una fascia fangosa impraticabile. L’esposizione alle piene dei sentieri costruiti in aree di esondazione costituiscono un fattore negativo determinante per la loro realizzazione“. Stessa sorte – dicono – per i ponticelli di attraversamento del Rio Besanigo e dei fossati, “se non preventivamente rimossi dalla Autorità di bacino come ostacolo al deflusso delle acque”.

C’è però anche un merito riconosciuto a chi ha lavorato per il ripristino: “consente di toccare con mano lo stato reale dell’ambiente del corso d’acqua e delle adiacenze”. Ma anche su questo versante diverse le criticità riscontrate: scarichi fognari, abbondanti rifiuti tra i quali detriti e macerie, carcasse di animali domestici. Il percorso sfiora abusi edilizi di varia entità e manufatti improvvisati, con alcuni proprietari terrieri che spingono le colture fin sull’alveo, lasciando via libera all’erosione delle sponde.

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